La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuraghe Ola in restauro a due anni dal crollo

di Michela Columbu
Nuraghe Ola in restauro a due anni dal crollo

Il Comune di Oniferi recupera la costruzione monotorre simbolo del paese La sindaca Piras: «Ai nostri fondi si aggiungono 300mila euro dal Mibact»

15 luglio 2017
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ONIFERI. A poco più di due anni dalla chiusura al pubblico del nuraghe Ola per via di un crollo strutturale, i tecnici della Soprintendenza di Nuoro e Sassari stanno procedendo al suo restauro. «Non è tutti i giorni che accade – annunciano dal municipio oniferese –. Un nuraghe in corso di restauro è un evento raro», e lo è ancora di più la velocità con cui si è intervenuti. Era il 5 febbraio del 2015 quando gli amministratori di Oniferi annunciarono laconici che le scale interne del nuraghe Ola avevano ceduto compromettendo la stabilità di tutta la struttura. Il nuraghe monotorre è uno dei simboli del territorio del Comune barbaricino.

Si tratta di una struttura di circa 12 metri risalente all'età del bronzo, composta nella parte inferiore di blocchi di granito e nella parte superiore di trachite. Un nuraghe dalle caratteristiche uniche, reso ancora più interessante dai resti di un insediamento che si trova a pochi metri. Anche Max Leopold Wagner nel 1906 volle fotografarlo assieme a tanti altri monumenti meritevoli di attenzione. Lo si può visitare passando dalla strada statale 128 e in questi anni è stato un’attrattiva turistica importante per via della magia che si respira nel sito durante il solstizio. La luce del sole infatti penetrando dalla volta crea un fascio luminoso che illumina l’interno della struttura. «È il nuraghe meglio conservato che abbiamo – spiega il primo cittadino Stefania Piras – per questo è meritevole di tutte le attenzioni». Infatti a poco più di due anni, grazie all'impegno dell’amministrazione comunale, su quella struttura si stanno effettuando i lavori di recupero.

«Appena dopo il crollo abbiamo subito messo in sicurezza il sito con 30 mila euro di bilancio – spiega ancora la sindaca – e poi abbiamo ottenuto un finanziamento del Mibact di 300 mila euro». In questi giorni infatti sono a lavoro i tecnici della Soprintendenza di Sassari e Nuoro e il monotorre è completamente circondato da un ponteggio. Un’immagine inusuale è vero, ma che rappresenta un segnale importante di attenzione verso il petrolio della Sardegna che necessita sempre in maniera maggiore di interventi come quello riservato a Ola. Solo sul territorio di Oniferi sono presenti numerosissime strutture che testimoniano una storia ricca e che ancora oggi è possibile palpare. Ad occuparsi di rimettere in sesto Ola sono i tecnici e gli operai della Soprintendenza con la direzione scientifica dell’archeologo Antonio Sanciu, la direzione dei lavori dell’architetto Elena Romoli, e quella tecnica dei geometri Franco Tendas e Claudio Pisu. A breve dunque sarà di nuovo fruibile.

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