La Nuova Sardegna

Nuoro

Londra, l’assassina di Pietro Sanna aveva un complice

di Stefania Vatieri
Pietro Sanna
Pietro Sanna

Scotland Yard avrebbe scoperto nuovi elementi che farebbero pensare alla presenza di un’altra persona nella casa

27 luglio 2017
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NUORO. Un mese. Ieri 26 luglio nella chiesa delle Grazie è stata celebrata la messa di trigesimo, ma la salma di Pietro Sanna, 23 anni, il giovane nuorese assassinato nella sua casa di Londra il 26 giugno, è ancora in Inghilterra. A disposizione di Scotland Yard, che non ha ancora chiuso l’inchiesta sul feroce delitto. Ma sembra imminente una svolta clamorosa nelle indagini. Infatti, gli investigatori inglesi non hanno ancora disposto la restituzione alla famiglia del corpo martoriato dalle coltellate perché ci sarebbero alcune zone d’ombra, sulle quali Scotland Yard sta cercando di fare luce.

Per farlo è necessario che gli inquirenti abbiano a disposizione il cadavere del giovane nuorese. Sembrerebbe che dagli esiti degli esami eseguiti dagli specialisti della Scientifica siano emersi elementi sui quali è necessario un ulteriore approfondimento investigativo. Gli esperti avrebbero infatti isolato un altro dna durante i rilievi eseguiti nella casa del massacro. Dna che sarebbe stato individuato nelle chiazze di sangue insieme a un altro gruppo sanguigno che non corrisponde a quello di Pietro Sanna, ma che non sarebbe compatibile neppure con quello di Hasna Begum, 25 anni, l’ex fidanzata del giovane nuorese che ha confessato il delitto. E così, sull’omicidio si allunga l’ombra di un misterioso complice che potrebbe aver aiutato la ragazza.

«Troppo minuta» avevano sostenuto fin dal primo momento gli investigatori di Scotland Yard e, nonostante la sua piena confessione due giorni dopo la scoperta del corpo martoriato di Pietro, non hanno mai smesso di indagare. La scoperta fatta dagli esperti della Scientifica confermerebbe quindi i sospetti. Hasna Begum aveva un complice quando ha ucciso Pietro. Gli investigatori starebbero cercando di risalire all’identità del misterioso personaggio del quale sono state trovate tracce di sangue nell’appartamentino di East London. E infatti in queste settimane sarebbero stati eseguiti prelievi di sangue su almeno una decina di amici e conoscenti del giovane nuorese e della sua assassina. Sull’inchiesta viene mantenuto il massimo riserbo, tanto che i familiari di Pietro Sanna avrebbero deciso di fare rientro a Nuoro dopo l’ennesimo diniego alla richiesta di restituzione della salma del ragazzo per la cremazione.

Ieri sera, mercoledì 26 luglio, nella chiesa delle Grazie non c'era la bara di Pietro, ma una sua grande fotografia su un cavalletto ai piedi del quale sono state riposte centinaia di rose bianche e mazzi di fiori. Di fronte a quell'immagine, dove Pietro sorride serenamente, ci sono i suoi genitori affranti dal dolore. E gli amati fratelli Giomaria e Marisa stretti in un abbraccio disperato.

Attorno a loro una folla di parenti, amici e conoscenti che al termine della messa li ha stretti in un affettuoso abbraccio. «Viviamo nella confusione di un tempo strano – ha detto padre Giuseppe Magliani, parroco della chiesa delle Grazie, durante l’omelia –. Un tempo che ha fatto smarrire l’anima. La nostra missione adesso è ritrovare ciò che è stato tolto».

Poi una lunga silenziosa riflessione prima delle condoglianze ai familiari di Pietro. Ancora non c’è una data per il rimpatrio della salma, che ancora aspetta di ricevere esequie e degna sepoltura. E ancora non c’è neppure una tomba sulla quale piangere per la tragica scomparsa di Pietro. Così, a un mese dalla morte, il corpo del giovane nuorese è ancora nell’obitorio della capitale britannica per essere sottoposto a ulteriori comparazioni. La famiglia Sanna dovrà ancora aspettare per dare il suo ultimo saluto a Pietro, che sarà cremato a Londra prima del rientro a casa.
 

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