La Nuova Sardegna

Nuoro

Tratta di nigeriane, in manette 7 stranieri

Tratta di nigeriane, in manette 7 stranieri

Arrivavano in Italia sui barconi. Tra i fermati ci sono anche tre ospiti del centro migranti di Ilbono

28 luglio 2017
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NUORO. Partivano dalla Nigeria piene di speranze, col miraggio di un lavoro in Italia, per ritrovarsi protagoniste di un incubo, fatto di inganni e violenza. Sono una trentina le ragazze, dai 20 ai 30 anni, finite nella rete di una organizzazione criminale che le faceva arrivare in Italia sui barconi dei migranti. Della banda facevano parte anche tre nigeriani ospiti del centro di accoglienza di Ilbono. Erano loro i referenti sardi dell’organizzazione: facevano scappare dai centri per i migranti sparsi nell’isola le ragazze nigeriane e, dopo aver dato loro finti permessi di soggiorno, le spedivano a Torino dove le attendeva una madame di nome “Precious”, adorabile in italiano, loro connazionale.

Ieri con l’accusa di tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione e riciclaggio sono finiti in manette 7 nigeriani (tra i quali i tre ospiti del centro di Ilbono) e un italiano, Antonello Esposito, residente a Torino. Altre 20 persone sono state denunciate, in tutta Italia.

L’operazione “Belin City” (dal nome di una delle capitali della Nigeria), coordinata dalla Dda di Cagliari insieme alla procura di Lanusei, è partita un anno fa. «Tutto è partito da un controllo antidroga nel centro migranti di Ilbono – hanno raccontato in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Lanusei Biagio Mazzeo e il capo della Squadra mobile di Nuoro Paolo Guiso – I cani hanno trovato modiche quantità di droga in alcune stanze». Nulla di importante, ma il procuratore sospetta qualcosa. Mette sotto controllo i telefoni dei migranti e scopre che, in realtà, alcuni di loro non sono disperati in fuga da guerre o da persecuzioni, ma trafficanti di esseri umani. Grazie alle intercettazioni gli investigatori riescono a ricostruire i loro traffici illeciti e a scoprire un’organizzazione criminale che reclutava le ragazze in Nigeria, poi le trasportava in Libia e da lì le faceva partire sui barconi per arrivare in Italia. «Abbiamo ascoltato intercettazioni sconvolgenti – ha ammesso il procuratore – Siamo certi che qualche ragazza sia morta durante il viaggio verso l’Italia. Ne parlavano come se avessero perso della merce». Una volta arrivate in Italia, le ragazze venivano portate nei centri di accoglienza, anche in Sardegna. «A volte erano incinte perché in Libia, dove sostavano prima di imbarcarsi, avevano subito violenze sessuali – ha detto il dirigente della Mobile – Alcune di loro sono state anche costrette ad abortire clandestinamente». Una volta arrivate nei centri di accoglienza, le ragazze venivano fatte scappare e spedite a Torino dove le aspettava la madame che le costringeva a prostituirsi fino all’estinzione del loro debito, 30mila euro circa. «Le ragazze prima di imbarcarsi venivano sottoposte al rito Vodoo costringendole così a ripagare il loro debito». Soldi che poi l’organizzazione reinvestiva in Nigeria, in droga e immobili. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati 100 mila euro e due appartamenti, a Torino. (g.z.)

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