La Nuova Sardegna

Nuoro

Coronas Bentosas, il giallo della discarica in fiamme

di Paolo Merlini
Coronas Bentosas, il giallo della discarica in fiamme

I titolari dell’impianto denunciano l’ennesimo sabotaggio nei loro confronti Le indagini della procura di Oristano e la mobilitazione di politici e cittadini

07 agosto 2017
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NUORO. C’è un fronte politico ampio che chiede chiarezza sul rapporto tra salute pubblica e macerie dell’avventura industriale nella piana tra Ottana e Bolotana. Va dai sindaci dei due comuni, Franco Saba e Annalisa Motzo, ai consiglieri regionali Daniela Forma (Pd) ed Emilio Usula (Rossomori), sino alla Camera, con i deputati Michele Piras (Mdp) e Bruno Murgia (Fratelli d’Italia). Due gli episodi che negli ultimi giorni ha riacceso l’attenzione su un tema scottante: la mancata inclusione dell’area industriale tra i Sin, siti di interesse nazionale da bonificare, e il grande incendio che si è sviluppato domenica scorsa nella discarica per il trattamento di rifiuti industriali di Coronas Bentosas, a pochi chilometri dai centri abitati di Bolotana e Ottana.

L’incendio. Domenica 30 luglio, attorno alle 19, nella discarica si sono sprigionate le fiamme in una delle tre grandi vasche in cui è diviso l’impianto. Un denso fumo nero si è levato in cielo per un’altezza di decine di metri, trasformandosi poi in una cappa surreale che minacciosa ha avvolto la piana in poco tempo. È scattata l’emergenza, i vigili del fuoco hanno lavorato per dieci ore nel tentativo di spegnere l’incendio: ogni tentativo con getti d’acqua e sostanze schiumogene è risultato vano al punto che è stato necessario interrare, letteralmente, con l’aiuto delle ruspe, l’area in cui divampavano le fiamme. Nel frattempo, a Bolotana, l’allerta era al massimo: il sindaco Annalisa Motzo monitorava la situazione dal municipio dove aveva costituito una sorta di unità di crisi, con volontari pronti a bussare di casa in casa per dire ai cittadini di chiudersi in casa, con porte e finestre serrate. Il timore che, spostata dal vento, la nube tossica potesse raggiungere l’abitato era più che fondato. La paura del sindaco Motzo, di professione chimico, era che si liberassero nell’aria pericolose diossine.

Il ricordo delle “pecore nere”. Il fumo si è diretto invece verso Noragugume, centro abituato a fare le spese di situazioni simili proprio a causa del vento che spira nella piana (si pensi al caso delle “pecore nere” del 2013). L’abitato di Ottana, invece, pur essendo il paese più vicino in linea d’aria alla discarica, è stato “graziato” dalle correnti. Il sindaco Franco Saba è stato informato dalla collega di Bolotana e si è attivato per un eventuale piano d’emergenza. Quest’ultimo, va detto, non esiste, come sottolinea lo stesso Saba: «Non c’è un piano di evacuazione delle aree intorno alla zona industriale».

Rogo gigantesco. Ma perché tanto allarme per l’incendio in una discarica che sulla carta è destinata a smaltire “rifiuti non pericolosi”? Nei mesi scorsi si è molto parlato di questo impianto, con grave preoccupazione soprattutto tra i cittadini di Bolotana. Un breve inciso: costruire, ma soprattutto autorizzare una discarica in una zona chiamata “Coronas Bentosas” (una sorta di anfiteatro naturale particolarmente ventoso) forse avrebbe dovuto consigliare maggiore prudenza. Ma l’antica saggezza dei toponimi è stata lasciata da parte anche stavolta. Il problema dell’allarme è dovuto al recente smaltimento, al momento ancora presunto, di rifiuti con un tasso fuori norma di radioattività. Sul caso, anche dopo la presa di posizione del consigliere regionale Daniela Forma e dei parlamentari Michele Piras, Bruno Murgia e Roberto Capelli, la procura di Oristano ha aperto un’inchiesta e posto sotto sequestro il materiale sospetto. Analogo sequestro i giudici hanno disposto sull’intera discarica dopo il rogo di domenica, affidando all’Arpas di Oristano le analisi del materiale bruciato. Infine, il giorno dopo l’incendio il consigliere dei Rossomori Emilio Usula, medico, ha chiesto con forza all’assemblea regionale di occuparsi di un episodio di grave rischio per la salute pubblica.

Autocombustione o dolo? Qual è stata l’origine dell’incendio? I proprietari della discarica, i Cancellu di Nuoro, attraverso il legale Emanuela Priori propendono per un incendio doloso: tesi che sarebbe peraltro evidenziata dai primi rilievi dei vigili del fuoco. Il problema è capire chi e come. Al momento del rogo, il tardo pomeriggio di domenica, l’area era custodita soltanto da un sistema di videocamere. Secondo il legale, che ha presentato una denuncia alla magistratura, si tratterebbe di un atto, l’ennesimo, volto a condizionare negativamente il concordato preventivo concesso dal tribunale di Nuoro per evitare il fallimento del gruppo Cancellu, del quale fa parte Barbagia Ambiente srl, gestore di Coronas Bentosas.

C’è infine un piccolo mistero burocratico da risolvere, e riguarda una diffida della Provincia di Nuoro alla società per inosservanza delle norme di sicurezza in relazione allo stoccaggio di un «grosso cumulo di rifiuti polverulenti»: si parla del contenuto di ben 18 camion, provenienti da uno stabilimento dismesso di Oristano, per il quale si chiede di «adottare sistemi di contenimento di dispersioni eolica». Il fatto è che il provvedimento risulta stilato domenica 30 luglio – sostanzialmente in concomitanza con l’incendio – quando gli uffici della Provincia sono notoriamente chiusi.

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