La Nuova Sardegna

Nuoro

Stazioni ferroviarie arrivano i fondi per riqualificarle

Stazioni ferroviarie arrivano i fondi per riqualificarle

La Regione ha messo a disposizione quasi 5 milioni di euro Il vicesindaco di Macomer: «È un patrimonio inestimabile»

15 agosto 2017
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MACOMER. Sono edifici storici costruiti prima del 1888 assieme alla ferrovia, ma stazioni e caselli della Macomer-Bosa sono rimasti senza tutela. Non ce n’è uno che sia in buono stato. Alcuni sono quasi dei ruderi. Un progetto finanziato dalla Regione li restituirà a nuova vita e a un nuovo utilizzo, sempre funzionale alla ferrovia ma diverso da quello originario di dimora di capistazione e casellanti e punti di controllo e fermata del traffico ferroviario con spazi per passeggeri e merci. Il recupero degli edifici ferroviari della Macomer-Bosa sarà possibile grazie a un finanziamento regionale di 4.773.807,21 euro che otto comuni associati del Marghine e della Planargia (Macomer è capofila) hanno avuto in dote dalla Regione per realizzare un progetto che consentirà di recuperare, riqualificare e riconvertire stazioni e caselli ferroviari abbandonati da decenni e al cui degrado hanno contribuito in larga furti e vandalismo. Rispetto a quelle della Macomer-Nuoro, le stazioni della linea per Bosa non hanno subito l’ammodernamento che negli anni Cinquanta ha trasformato stazioni e cantoniere. Gli edifici hanno conservato l’aspetto originario che conferisce alla tratta quel tocco suggestivo di ferrovia d’epoca. «Stazioni, cantoniere e caselli verranno riportati al loro aspetto originario rispettando le nuove normative anche nell’ambito delle certificazioni energetiche – ha spiegato il vice sindaco di Macomer, Rossana ledda, che ha seguito il progetto –. In base alle dimensioni potranno essere utilizzati come stazione locanda con ospitalità e ristorazione, stazioni di posta simili alle prime, anche con la vendita di prodotti caratteristici, in stazioni esposizione con banco ristoro, bookshop, presidio ed esposizione artistica, culturale e naturalistica». Ciascun comune deciderà in proprio come utilizzare i locali recuperati. Quasi 4,8 milioni di euro non sono pochi e probabilmente si riuscirà a recuperare l’intero patrimonio presente lungo la linea ferroviaria turistica del Trenino verde della Planargia. Sono arrivati col bando regionale “Erogazione contributi per la progettazione e realizzazione opere di rifunzionalizzazione dei beni del patrimonio della Regione da concedere in comodato d’uso». I comuni hanno partecipato con un progetto che nella graduatoria del bando si è classificato terzo su tanti altri con un punteggio di 92,50. «È un punteggio elevatissimo – ha detto il sindaco, Antonio Succu – che conferma la validità del progetto, che va oltre la valenza legata al recupero degli immobili. Ha infatti un significato simbolico di integrazione fra l’economia del Marghine e quella della Planargia, un’integrazione fra aree del centro e le aree costiere che crediamo sia vincente». (t.g.t.)

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