La Nuova Sardegna

Nuoro

Tagli alla sanità, sindaci in rivolta

di Giusy Ferreli
Tagli alla sanità, sindaci in rivolta

La bozza finale della riforma della rete ospedaliera non piace ai primi cittadini. Incontro il 17

15 agosto 2017
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LANUSEI. La bozza finale della riforma della rete ospedaliera regionale inizia a circolare ma la reazione è tutt’altro che positiva. E in Ogliastra è aria di rivolta. Quel che emerge dal provvedimento, licenziato dalla commissione Sanità, non è di semplice comprensione, anzi la stesura della parte riguardante l’ospedale di Lanusei pone diversi dubbi e i sindaci ogliastrini ora temono tagli ai servizi. Nella bozza ci sono i dati oggettivi da cui parte la riorganizzazione e cioè i 175 posti letto ospedalieri per i 57.699 abitanti dell'ex provincia, pari a 3.03 posti letto per ogni mille abitanti. C’è poi c’è il futuro assetto per l'ospedale di Lanusei. Il presidio, “inserito nelle reti di infarto (terapia intensiva cardiologica), ictus (trattamento di primo livello) e trauma, diventa “nodo della rete ospedaliera”. In questa stesura l’ospedale perde anche la dicitura di “rinforzato” che invece gli era stata attribuita, a parole, in tutte le riunioni pubbliche. Nel provvedimento vengono confermate le discipline esistenti: "Pediatria, Ostetricia e Ginecologia (sottoposte a monitoraggio annuale dei volumi e degli esiti), Rianimazione e Anestesia, Semintensiva generale, Unità di terapia intensiva cardiologica insieme alla Cardiologia, Servizio immunotrasfusionale, radiologia con Tac, Rmn ed ecografia h. 24 (non solo radiologia), laboratorio ospedaliero territoriale unico (pubblico-privato).

Le discipline di Gastroenterologia, Nefrologia, Neurologia, Pneumologia e Oncologia sono assicurate da posti letto “tecnici” in area internistica” si legge nel controverso documento dove, forse erroneamente, scompare Medicina . Di fronte a questo i sindaci sono pronti alla guerra. Roberto Congiu, sindaco di Jerzu e presidente della conferenza sociosanitaria ha convocato l’assemblea subito dopo Ferragosto. Giovedì 17 rivendicheranno ancora una volta il primo livello per l'ospedale. «La nostra posizione non può che essere quella» sottolinea Congiu. Il rappresentante del Cal e sindaco di Loceri, Roberto Uda, ricorda un altro particolare: «Dei vecchi 8 distretti sanitari noi siamo gli unici a non avere un Dea di primo livello che vorremmo assieme alla struttura complessa del pronto soccorso e a tutti i servizi esistenti». Davide Burchi, sindaco di Lanusei incalza: «Sia la rete ospedaliera sia l’atto aziendale devono essere strutturati in maniera tale da garantire il diritto alla salute di tutti gli ogliastrini». anche Massimo Cannas, primo cittadino di Tortolì non si discosta di un passo. «Le strutture complesse e i servizi dell'ospedale e dell'intera Assl devono essere potenziati» è il suo commento. Anche i vecchi protagonisti serrano i ranghi in vista di quella che si preannuncia come la più grande mobilitazione in difesa dell'ospedale. Tra loro gli attivisti del comitato “Giù le mani dall’Ogliastra" che hanno indetto una manifestazione per il 2 settembre. Un fronte unito, almeno nella richiesta di rivedere lo status del presidio ospedaliero al quale è stata attribuita la categoria di "nodo della rete" è nulla di più. Con loro c’è anche l‘ex sindaco Davide Ferreli. Che contro la riforma regionale della rete ospedaliera non aveva esitato a fare lo sciopero della fame. E ora torna in campo.

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