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Negozi e artigianato: da Macomer arriva un segnale di ripresa

Negozi e artigianato: da Macomer arriva un segnale di ripresa

I dati del Comune registrano un leggero aumento di attività In crescita anche le imprese edili. Stabili gli alimentari

19 agosto 2017
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MACOMER. A Macomer la crisi fa sentire ancora i suoi effetti, e lo dimostra il numero dei disoccupati e di quanti chiedono assistenza ai servizi sociali, ma qualcosa i muove. Lo confermano alcuni dati del Documento unico di programmazione (Dup) presentato nell’ultima riunione del Consiglio comunale dall’assessore Paola Meloni. Riguardano le attività commerciali e produttive, che negli ultimi anni, soprattutto tra il 2015 e il 2016, sono aumentate. Si tratta di un indicatore positivo, anche se il risultato è minimo. Nel decennio precedente la crisi ha dimezzato i negozi del corso Umberto, il cuore commerciale di Macomer, e ancora oggi si contano tantissime vetrine spente col cartello «affittasi» o «vendesi». Dai dati del Dup riguardanti l’economia dalla città arriva però qualche segnale che fa sperare nella ripresa, anche se al momento appare lenta. I dati riguardano le attività commerciali e produttive. Il primo è riferito alle imprese agricole e di allevamento. Nel 2015 erano 106 e nel 2016 sono passate a 113, sette in più in un anno. Aumentano anche gli artigiani e le imprese edili che passano nello stesso periodo da 249 a 252, tre in più. Stabili imprese alimentari e mini caseifici (37) e le attività di movimento terra (9). Aumentano invece i punti del commercio fisso, che passano da 233 a 235, due in più in un anno, mentre diminuiscono le attività di commercio nelle aree pubbliche (ambulanti) che scendono da 72 a 71, una in meno. Le attività di commercio all’ingrosso passano da 53 a 54, una in più. Crescono inoltre i pubblici esercizi, da 46 a 49 (+3) e le strutture ricettive che passano da 7 a 8. Stabili agenti di commercio, assicuratori, rappresentanti e attività di noleggio (197), autotrasporti (28) e acconciatori ed estetisti (22). Per quanto riguarda il 2017, «nei primi sei mesi ci sono stati ben 42 avvii di nuove attività di cui 19 nel settore dell’allevamento, contro 23 cessazioni – ha detto l’assessore Paola Meloni –, è un dato positivo che speriamo continui a crescere anche nei prossimi anni». È evidente che sull’economia della città incide pesantemente la disoccupazione cresciuta con la chiusura delle industrie e il ridimensionamento di diversi servizi, a partire da quello dei trasporti. «La crisi del settore tessile degli anni passati ha visto l’espulsione di un rilevante numero di lavoratori dal mercato del lavoro – ha detto ancora l’assessore Meloni –, e alla crisi che interessa diversi settori si aggiunge il progressivo abbandono della presenza delle istituzioni statali (tribunale, carcere, forze dell’ordine). Questo fenomeno è stato affrontato dall’Amministrazione con determinazione, cercando in tutti i modi di attenuarne gli effetti negativi». (t.g.t.)

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