La Nuova Sardegna

Nuoro

Coronas bentosas, violate le norme

Coronas bentosas, violate le norme

I carabinieri sanzionano il gruppo Cancellu per inosservanza del protocollo Aia nella discarica

21 agosto 2017
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NUORO. Ancora problemi per la discarica per rifiuti speciali di Coronas Bentosas, nella zona industriale di Bolotana, di proprietà del gruppo Cancellu attravberso la sua controllata Barbagia Ambiente srl. Stavolta i titolari sono incappati nella violazione delle prescrizioni Aia, acronimo di autorizzazione integrata ambientale, cioè il provvedimento amministrativo che autorizza l’esercizio di un impianto purché sia conforme ai requisiti di legge. A contestare la violazione sono i carabinieri del nucleo operativo di Ottana, con la collaborazione dei Noe (nucleo operativo ecologico) di Sassari) che hanno notificato alla società una sanzione amministrativa (l’ammenda in questi casi va da 5000 a 26mila euro).

La contestazione dei carabinieri fa riferimento alla diffida inviata alla società dalla Provincia di Nuoro, competente sulle procedure Aia del territorio del 30 luglio scorso. Nella diffida veniva ravvisata «la presenza di un grosso cumulo di rifiuti polverulenti, non protetti dagli agenti atmosferici e inparticolare dal vento». Si sosteneva inoltre «che lo stesso cumulo di rifiuti non risultava collocato in maniera definitiva in discarica». Si trattava di numerose tonnellate di cenere di carbone provenienti dal porto di Oristano che erano state introdotte nella discarica senza adottare le corrette procedure, come successivamente aveva ammesso la stessa società Barbagia Ambiente.

Società che nei giorni successivi aveva adottato, hanno sostenuto i suoi legali, le “corrette procedure” ammettendo le proprie responsabilità “nella non corretta gestione di tale rifiuto”. I legali proprio in queste ore stanno inoltrando ai carabinieri tutta la documentazione.

Proprio domenica 30 luglio nella discarica di Coronas Bentosas si sono sprigionate le fiamme in una delle tre grandi vasche in cui è diviso l’impianto. Un denso fumo nero si è levato in cielo per un’altezza di decine di metri, trasformandosi poi in una cappa surreale che ha avvolto la piana in poco tempo. È scattata l’emergenza, i vigili del fuoco hanno lavorato per dieci ore per spegnere l’incendio: ogni tentativo con getti d’acqua e sostanze schiumogene è risultato vano al punto che è stato necessario interrare con l’aiuto delle ruspe, l’area in cui divampavano le fiamme. Nel frattempo, a Bolotana, l’allerta era al massimo: il sindaco Annalisa Motzo monitorava la situazione dal municipio dove aveva costituito una sorta di unità di crisi, con volontari pronti a bussare di casa in casa per dire ai cittadini di chiudersi in casa, con porte e finestre serrate.

Nei giorni successivi la magistratura di Oristano, competente sul territorio, ha sequestrato la discarica, provvedimento poi ridotto a un’area della discarica che era sotto sequestro già dai mesi precedenti per un carico di rifiuti sul quale gravava il sospetto di radioattività oltre i limiti di legge. Nei giorni successivi una relazione del nucleo dei vigili del fuoco specializzato in questo tipo di investigazioni Nbcr sosteneva però che «le misurazioni effettuate non hanno messo in evidenza alcun elemento di criticità. Tutte le misure registrate hanno rilevato livelli di “fondo naturale” radioattivo nella norma, riportando valori di intensità di esposizione uguali a quelli registrati in tutta l’area». (p.me.)

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