La Nuova Sardegna

Nuoro

Metà delle scuole della provincia di Nuoro senza il dirigente

di Stefania Vatieri
Metà delle scuole della provincia di Nuoro senza il dirigente

Esplode l’emergenza-reggenze: 21 istituti non hanno guida. E alcuni presidi sono costretti a coordinare diversi plessi

05 settembre 2017
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NUORO. Il nuovo anno scolastico, nonostante i trionfalismi del ministero, si aprirà all'insegna dell'emergenza. Dal primo settembre, infatti, circa la metà delle scuole della provincia di Nuoro e Ogliastra sono senza preside. Su 48 istituti scolastici del territorio, divisi tra diciassette licei, infanzia, elementari e medie con 31 istituti comprensivi, le scuole orfane di dirigenti scolastici saranno ben 21, costrette ad avere un preside part time per più istituti autonomi. Che a loro volta hanno annessi cinque, sei e a volte anche sette plessi.

La carenza presidi e i nuovi pensionamenti vedranno appena undici dirigenti scolastici alla guida dei 31 istituti comprensivi della provincia, e 14 presidi per i diciassette licei. A Nuoro l'istituto superiore "Francesco Ciusa" che conta un popolo di ben 700 studenti iscritti, da quest'anno andrà in reggenza, affidato alla preside del liceo Sebastiano Satta, Carla Marchetti. L'Ogliastra invece si prepara ad avere appena 6 presidi, 3 sono andati in pensione a giugno, per guidare 14 scuole, di cui tre sono sotto dimensionate (Villagrande, Triei e Baunei). Non se la passa meglio il Sarcidano ridotto al lumicino con tutte le scuole, tre in tutto perché quattro istituti sono passati a Cagliari, date in reggenza perché sotto i 400 studenti. A confermare il dato provinciale è Nazario Porcu, presidente dell’associazione nazionale presidi, che si scaglia contro questo fenomeno: ""Le reggenze sono un vero cancro per il nostro territorio—esordisce duramente —. Da anni noi dirigenti scolastici ci battiamo affinché vengano eliminati questi doppi incarichi che gravano negativamente sull'intero sistema scolastico, quindi sia sulle scuole autonome che soffrono la presenza a metà del dirigente, così come su quelle in reggenza che vivono analoga situazione aggravata dalla mancanza dei direttori amministrativi—sottolinea Nazario Porcu—. Per interrompere questo circolo vizioso però è necessario investire seriamente sull'istruzione e bandire finalmente dopo anni di attesa nuovi concorsi, bloccati ogni anno dal Mef ( Ministero dell'economia e delle finanze ndr), che ritiene in questo modo di risparmiare soldi"". E se è vero che la scuola da qualche anno ha cambiato pelle assumendo sempre più le sembianze di una vera a propria azienda, il sistema delle reggenze, (nelle scuole dove manca il dirigente l’ufficio scolastico regionale nomina un preside che deve dividersi letteralmente in quattro per governare tutti i suoi docenti e alunni), consente dei tagli nascosti con un notevole risparmio di risorse per la "casa madre", ovvero lo Stato. Un preside infatti per una reggenza prende circa 700 euro lordi al mese, che in un anno sono novemila euro. Ha uno stipendio che si aggira attorno ai 50-60 mila euro annuale, che tradotto significa che lo Stato per ogni dirigente scolastico reggente risparmia più di 25 mila euro lordi l’anno, in considerazione del fatto che ad ogni titolare vengono affidate più reggenze. E nonostante la provincia nuorese sia ancora una volta la più colpita da tagli e ridimensionamenti, la situazione è allarmante anche a livello regionale. Nell'anno scolastico precedente su 278 scuole autonome, dunque senza contare quelle sotto dimensionate, 29 sono state affidate in reggenza e 13 sono quelle inserite nel calderone del sotto dimensionamento, cioè con meno di 600 alunni, per le zone di montagna sotto i 400. Un’emergenza dunque che deve fare i conti oltre che con la carenza di presidi, anche con una normativa che non tiene conto delle piccole realtà che costellano la Regione, accorpando e relegando a scuole di serie B gli istituti dei paesi che vantano qualche centinaio di iscritti. In questo panorama si acutizzano i problemi legati alla dispersione scolastica, che trascinano l'isola agli ultimi posti a livello nazionale, con il più alto picco di abbandoni dell'intera isola proprio nella provincia barbaricina. «Il problema della dispersione scolastica è ancora oggi molto sottovalutato e negli anni a seguire inciderà notevolmente su tutto il territorio—conclude il presidente provinciale dei presidi Nazario Porcu—. È necessario che la Regione prenda in mano la situazione del Nuorese attuando provvedimenti per incentivare i giovani barbaricini e ogliastrini a proseguire gli studi».

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