La Nuova Sardegna

Nuoro

Morto di infarto o per le esalazioni di gas

di Valeria Gianoglio
Morto di infarto o per le esalazioni di gas

Malore per il 24enne: risolto il giallo del viso insanguinato. Trovato vicino alla motopompa usata per irrigare la cannabis

06 settembre 2017
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INVIATO A SILANUS. Il medico legale, Roberto Demontis, arrivato da Cagliari nel cuore della notte, già dalla prima ricognizione del cadavere, non ha avuto molti dubbi: il corpo di Luca Arca, 24 anni, disoccupato di Silanus, è rimasto a terra senza vita almeno per 20 ore, prima che alcuni familiari e i carabinieri lo trovassero all’interno del gabbiotto di quattro metri quadri dove aveva azionato una motopompa alimentata da un gruppo elettrogeno che consuma gasolio, in un podere a valle di Silanus, sulla strada comunale che collega la provinciale per Dualchi alla Ottana-Bardosu. La stessa motopompa che poi, 300 metri dopo, alimentava 1100 piante di marijuana, pronte a essere colte, in un terreno di proprietà – anche questo, come quello del gabbiotto – di un altro compaesano di Silanus.

Ma l’ultima parola, sulla fine del giovane la darà l’autopsia prevista per questa mattina a Oristano, dove la salma è stata trasportata sin dalle prime luci dell’alba di ieri su disposizione del procuratore Ezio Domenico Basso. Il giorno dopo la tragica scoperta, dunque, l’inchiesta seguita dai carabinieri della compagnia di Macomer, guidati dal capitano Giuseppe Pischedda, dai militari della stazione di Silanus guidati dal maresciallo Luca Porcu, e dai colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dal tenente Luigi Mereu, registra ancora qualche dubbio ma anche una prima certezza: non c’è stata alcuna violenza esercitata dall’uomo, all’origine della scomparsa improvvisa di Luca Arca. Nessuna colluttazione, nessuna aggressione, né scontro fisico con altre persone: lo suggerisce il primo esame effettuato sul cadavere dal medico legale. «Non ha nemmeno un graffio», hanno riferito gli investigatori.

E allora cosa è stato, si sono chiesti per tutto il giorno i familiari, gli amici e i compaesani del giovane silanese, sconvolti dopo la scoperta. Al momento per gli inquirenti la risposta più probabile è la seguente: Luca Arca potrebbe avere avuto un malore improvviso. Qualcosa che probabilmente lo ha costretto ad adagiarsi sul pavimento perché magari si era reso conto che gli si stava annebbiando la vista oppure non riusciva più a reggersi in piedi. Cosa gli abbia provocato questo malore, per ora non si può sapere con precisione: potrebbero essere state le esalazioni di monossido di carbonio fuoriuscite da un possibile difetto della pompa, oppure – e anche questa è un’ipotesi – potrebbe essere stato un infarto. Un problema di cuore. Del resto, dicono gli inquirenti, nella famiglia di Luca Arca ci sono precedenti di problemi cardiaci. Tutto, dunque, per ora è possibile: tranne la morte violenta, come invece era stato ipotizzato nei primi istanti. In realtà, a fuorviare chi ha visto il cadavere del giovane nel cuore della notte, è stato probabilmente il fatto che la testa fosse quasi completamente insanguinata. Ma in seguito si è scoperto perché: dopo così tante ore trascorse dal momento della morte, il corpo del giovane si era riempito dei gas della putrefazione. Ed erano stati proprio questi gas a far fuoriuscire il sangue dal naso e dalla bocca: per questo la testa è stata trovata insanguinata e alcuni hanno pensato a una morte violenta. Purtroppo, invece, qualunque sia stata l’origine del malore, il giovane silanese si è trovato solo, ad affrontarlo, e nel mezzo della campagna. Senza possibilità di gridare per chiedere aiuto, e forse senza neanche avere il tempo per farlo.

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