La Nuova Sardegna

Nuoro

Movimentazione bovini bloccata dalla lingua blu

di Sergio Secci
Movimentazione bovini bloccata dalla lingua blu

Posada, dopo la siccità ora è l’epidemia a danneggiare gravemente il settore  Nell’azienda Casula oltre 60 capi attendono il via per partire verso la penisola

13 settembre 2017
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POSADA. Non bastava la siccità che costringe gli allevatori a fare scorte di foraggio a caro prezzo, arriva anche la nuova epidemia di blue tongue a bloccare la movimentazione dei bovini creando danni non indifferenti agli allevatori baroniesi.

Nella sola azienda di Marco Casula a Irghittula nelle campagne di Posada, ci sono una sessantina di vitelli che dai primi di agosto attendono il via libera per partire verso la penisola.

A rischio ci sono contratti già stipulati con gli allevatori che rischiano di pagare pesanti penali mentre in azienda, si è costretti a dare fondo alle scorte di foraggio e alle ultime riserve d’acqua.

Lo stop alla movimentazione riguarda ormai quasi tutta la Sardegna con la nuova e devastante infezione di lingua blu che sta decimando i capi di bestiame.

I bovini al contrario di pecore e capre resistono alla malattia ma diventano loro malgrado dei potenti veicolatori del contagio. Per sessanta giorni, vitelli e vacche, una volta che punti dal culicoides diventa infatti positivi al virus e le zanzare, trasmettono poi il contagio agli ovini e agli altri capi vaccini. Per arginare la malattia, occorro due immunizzatori, il siero tipo 1 che viene fornito gratuitamente dalle Asl (ma che pare che le scorte presenti al poliambulatorio di Siniscola siano ormai scadute) e il tipo 4 che però per ora, salvo decisioni dell’ultim’ora da parte dell’assessorato regionale alla Sanità, è a carico degli allevatori. «Noi vogliamo che invece sia la Regione a fornirci il vaccino bivalente – dice Marco Casula – e che siano quindi gli stessi veterinari della Asl a somministrarlo ai nostri animali. La situazione sta facendosi infatti drammatica, noi come tanti altri colleghi della zona, abbiamo decine e decine di capi di bestiame che non possono spostarsi dall’azienda per raggiungere i mercati, i costi sono diventati ormai insostenibili. C’è poi da considerare l’intervallo di tempo tra la somministrazione dei due sierotipi. Devono passare da 21 a 30 giorni tra i due vaccini – aggiunge Casula – e altri dieci giorni dopo l’ultimo, i tempi si allungano così considerevolmente. Noi abbiamo i vitelli in stalla dai primi di agosto e nella nostra stessa situazione, ci sono altri numerosi allevatori del circondario. Chiediamo che la Regione si attivi immediatamente fornendoci entrambi i vaccini e permettendoci così di riuscire a far partire i vitelli il prima possibile».

Una situazione davvero insostenibile che sta mettendo in ginocchio le aziende ormai stremate dopo sette mesi di siccità con mancati guadagni per centinaia di migliaia di euro solo nell’alta Baronia e i capi costretti chissà ancora per quanto a restare al chiuso con le scorte di foraggio al lumicino.

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