La Nuova Sardegna

Nuoro

«Caro Martino, ecco dove hai sbagliato»

«Caro Martino, ecco dove hai sbagliato»

«Carissimo Martino, con la presente formalizzo le mie dimissioni dalla carica di assessore al Turismo e alle attività produttive del Comune di Oliena conferitami in data 17 giugno 2015. Come già...

16 settembre 2017
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«Carissimo Martino, con la presente formalizzo le mie dimissioni dalla carica di assessore al Turismo e alle attività produttive del Comune di Oliena conferitami in data 17 giugno 2015. Come già anticipato per le vie brevi, credo che questo gesto sia il necessario epilogo di un lungo elenco di manchevolezze, piccole e grandi ingiustizie, e soprattutto di intollerabili atteggiamenti che mi offendono nella dignità personale»: è una lettera carica di rammarico, rabbia e dolore, quella con la quale, lo scorso 17 luglio, l’allora assessore al Turismo e attività produttive, Lidia Puligheddu, aveva presentato le sue dimissioni. Una lettera che fino a questo momento non era stata diffusa perché, spiega l’ex assessore, così gli era stato chiesto dal sindaco. «Ho sempre inteso la politica come un gioco di squadra – scrive ancora – dove ad ognuno viene affidato un compito preciso i cui risultati confluiscono in un unico esito. Purtroppo, se non in episodiche occasioni, questo gioco di squadra è venuto a mancare». Nella lettera Lidia Puligheddu accusa il sindaco di aver adottato un atteggiamento di “continuo rinvio” e che nonostante tutto, lei a lungo aveva cercato di continuare a lavorare al suo fianco «per il bene della collettività» e per lealtà. «Una lealtà, la mia – scrive – manifestata anche quando, il 7 giugno, hai ritirato “ufficiosamente” tutte le deleghe assegnate, a causa del caos incontrollato che si era venuto a creare, chiedendo ad ognuno di noi di tenere la cosa in assoluta riservatezza, necessitando di 48 ore al massimo per prendere e comunicare le tue decisioni al riguardo. Niente da me è trapelato ancora una volta. Ma ormai non è più possibile andare avanti in questo modo, i tuoi continui rimando, asfissianti e soffocanti, sono diventati un vero tormento».

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