La Nuova Sardegna

Nuoro

Traffico di droga, due desulesi condannati

di Enrico Carta
Traffico di droga, due desulesi condannati

Si chiude il processo nato dalla “Operazione Barbagia” dei carabinieri. Pene anche per altri 4 imputati

20 settembre 2017
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ORISTANO. Nessuno si salva. Le pene sono inferiori a quelle richieste pochi giorni fa dal pubblico ministero Andrea Chelo, ma le condanne arrivano per tutti e sei gli imputati di una strana storia nata all’ombra del traffico di sostanze stupefacenti. Fu ribattezzata dai carabinieri che effettuarono le indagini “Operazione Barbagia” perché tra i protagonisti dell’episodio che fece accendere i riflettori sulla vicenda c’erano due persone di Desulo. I fatti si svolgono però tutti nell’Oristanese e in particolare a Silì dove avviene l’episodio principe che ha poi portato al processo e alla condanna dei desulesi Samuel Pietro Liori a quattro anni; di Roberto Zanda a tre anni e otto mesi; dell’oristanese Gabriele Madeddu a sei anni e undici mesi; di Federico Solinas, 31 anni di Silì, a sei anni, dieci mesi e venti giorni; di Pietro Fois, 59 anni di Simaxis, a tre anni, dieci mesi e venti giorni; di Roddy Cera, 30 anni di San Nicolò Arcidano, a due anni e sei mesi.

Il traffico di droga è l’elemento che unisce i vari personaggi della vicenda che comunque non lavoravano come un’associazione, ma seguivano percorsi differenti e senza collegamenti tra di loro. Eppure, secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero, le indagini hanno un’origine del tutto particolare. Il primo a presentarsi in caserma era stato infatti Gabriele Madeddu che aveva denunciato i due desulesi.

L’antefatto era l’acquisto di una partita di marijuana che lo stesso Madeddu non aveva pagato ai due, i quali avevano deciso di applicare metodi di riscossione non esattamente usuali. Si erano infatti presentati a Silì a casa del loro debitore e gli avevano minacciato il sequestro del figlio qualora non avesse saldato il conto. Comunque sia andarono via prendendo un televisore e da qui partì la doppia accusa di tentata estorsione e di rapina, ma anche le intercettazioni per smascherare il traffico di stupefacenti. L’inchiesta raccolse poi con sé gli altri imputati incastrati dalla rete delle intercettazioni.

Gli avvocati difensori Rossella Oppo, Stefano Piras, Gianfranco Meloni e Samantha Baglieri avevano ribadito che le intercettazioni non avevano portato al recupero della droga che quindi non sarebbe mai esistita e che il tutto si era fermato alle chiacchiere telefoniche. Tesi che non hanno convinto il giudice per le udienze preliminari Silvia Palmas che ha comunque usato un metro meno duro nel giudicare colpevoli gli imputati rispetto a quello proposto dall’accusa.

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