La Nuova Sardegna

Nuoro

Acqua con le autobotti ma bisogna prenotarsi

di Sergio Secci
Acqua con le autobotti ma bisogna prenotarsi

I Comuni di Siniscola, Posada e Torpè hanno deliberato lo stato di calamità  I bacini sono semivuoti e il mondo delle campagne è al limite del collasso

29 settembre 2017
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SINISCOLA. Non sono certo bastate le piogge dei giorni scorsi a mutare le condizioni del territorio baroniese alle prese, come nel resto tutta la Sardegna, con la disastrosa siccità. Con il bacino del Posada semivuoto e il mondo agropastorale al limite del collasso, le giunte comunali di Siniscola, Posada e Torpè, hanno deliberato lo stato di calamità naturale e dopo la chiusura delle condotte irrigue decisa dal Consorzio di bonifica per conservare un minimo di scorte dell’invaso del Maccheronis da destinare a scopi potabili, è partito da alcuni giorni l’approvvigionamento idrico con le autobotti. Nei quattro comuni interessati dalle restrizioni idriche, sono già in azione alcuni mezzi che stanno facendo la spola tra i punti di prelievo e aziende agricole e abitazioni ubicate nei territori costieri non più serviti dagli idranti del consorzio di bonifica.

Particolarmente grave la situazione nel comune di Siniscola dove sono circa 1500 le abitazioni insediate nell’agro e che sino al ripristino del servizio, saranno costrette ad approvvigionarsi d’acqua dalle fontanelle della cittadina o attraverso le autobotti della protezione civile e di Forestas.

L’assessore all’Agricoltura Antonello Bellu, ha diramato le disposizioni per fronteggiare la situazione disponendo che tutte le chiamate per scopi potabili e agricoli, passino attraverso la polizia municipale. Chi ha necessità di rifornire le cisterne di casa o quelle delle aziende, deve quindi recarsi presso la sede dei vigili urbani e lasciare il proprio recapito per essere inserito nella lista delle persone da approvvigionare. La polizia municipale, raccoglierà tutte le richieste e spiegherà poi le modalità per essere riforniti oltre che per scopi agricoli anche di acqua potabile per assicurare le scorte nelle abitazioni. Autobotti in azione anche a Posada.

«Ho chiesto che venga presa in considerazione la possibilità di effettuare la pulizia del fondo della diga dal fango e dai detriti accumulatisi – dice l’assessore Giorgio Careddu – si recupererebbe lo spazio per oltre quattro milioni di metri cubi d’acqua che aggiunti a quelle che si potrebbe recuperare dalla manutenzione della rete e all’uso di acque reflue consentirebbe di avere acqua per garantire i fabbisogni delle nostre comunità».

Più che urgente come si auspica da più parti, la ripresa dei lavori di messa in sicurezza della diga che consentirebbe di aumentare la capacità dell’invaso ed evitare le restrizioni degli ultimi anni.

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