La Nuova Sardegna

Nuoro

«Basta, restituiteci il nostro Dna» La protesta dei sindaci ogliastrini

di Giusy Ferreli
«Basta, restituiteci il nostro Dna» La protesta dei sindaci ogliastrini

I primi cittadini si sono incontrati a Perdasdefogu. «Daremo battaglia agli inglesi di Tiziana Science» L’obiettivo è far ricadere sul territorio i benefici della ricerca sullo studio del patrimonio genetico  

29 settembre 2017
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PERDASDEFOGU. La battaglia in difesa del Dna ogliastrino riparte sotto l’egida dei sindaci. Che, in un’infuocata e partecipata assemblea a Perdasdefogu, sede dei laboratori del Parco genetico, hanno deciso di prendere in mano la situazione. Saranno loro i promotori dell’azione per riportare sul territorio i campioni, la ricerca e i benefici economici che deriveranno dallo studio del patrimonio genetico acquistato all’asta dalla società inglese “Tiziana Science life”. Nessun arretramento nel percorso a tutela delle comunità, anzi. Un primo obiettivo, quello dell’unità del fronte, messa a rischio dallo scontro tra l’associazione Identità ogliastrina (promotrice di un ricorso al Garante della privacy) e la società privata Parco Genos che gestiva il laboratorio, è stato raggiunto mercoledì sera proprio grazie all’intervento degli amministratori di Loceri, Urzulei, Talana, Baunei, Ussassai, Triei, Escalaplano e Seui. Dovranno ora studiare le modalità per dare concretezza all’idea di tornare in possesso della biobanca. Archiviata la possibilità di mettere in piedi una fondazione, opzione ritenuta troppo macchinosa, i comuni sosterranno l’associazione presieduta dal dimissionario Flavio Cabitza. «Non possiamo consentire che i benefici della ricerca – tuona Giannino Deplano, sindaco di Ussassai – lascino i confini del nostro territorio». Anche il sindaco di Perdasdefogu, Mariano Carta, è chiaro: «Dobbiamo tutelare i diritti delle nostre comunità e far tornare in Ogliastra la ricerca». Sono circa tredicimila i cittadini residenti in una decina di comuni tra Ogliastra e i territori limitrofi che tempo fa aderirono al progetto di ricerca donando il loro corredo genetico che, per una serie di vicissitudini culminato nel fallimento del San Raffaele, è andato a finire nelle mani della multinazionale londinese quotata in borsa. Dall’assemblea è emersa chiaramente la volontà di riappropriarsi di questo patrimonio. «Questo tema necessita di un’attenzione molto forte da parte dei comuni per superare le criticità e garantire un corretto utilizzo dell’inestimabile patrimonio che la banca genetica rappresenta, nel rispetto della nostra storia», è il commento di Salvatore Corrias, sindaco di Baunei. Passato ma anche futuro per un settore che, secondo il sindaco di Locri, Roberto Uda, «rappresenta uno dei capisaldi dello sviluppo dell’Ogliastra: il nostro patrimonio genetico è un bene pubblico e tale deve rimanere». In attesa che il Garante della privacy si pronunci sul ricorso presentato da una cinquantina di persone che reclamano il loro Dna e che la procura della Repubblica di Lanusei chiuda l’inchiesta sulla misteriosa sparizione dal laboratorio d un certo numero di provette ritrovate poi in un’ospedale cagliaritano, i sindaci si rivedranno a breve per studiare le prossime mosse. Fermo restando che il consenso informato e la sua revoca rimangono il principale strumento per impedire qualsiasi speculazione.

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