La Nuova Sardegna

Nuoro

Borore, inchiesta Hazzard richieste di archiviazione

di Enrico Carta
Borore, inchiesta Hazzard richieste di archiviazione

Cadono alcune delle accuse nei confronti dell’ex sindaco Salvatore Ghisu Per il pm non ci fu turbativa d’asta per l’appalto dell’assistenza domiciliare

07 ottobre 2017
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BORORE. Non solo accuse che restano in piedi. L’inchiesta Hazzard che coinvolge l’ex sindaco Salvatore Ghisu conosce anche richieste di archiviazione su alcuni capi d’imputazione. È il pubblico ministero a sollecitarle per il primo cittadino su uno dei più controversi episodi della vicenda giudiziaria: l’appalto dei servizi di assistenza domiciliare che il Comune aveva intenzione di rinnovare nel 2012. La denuncia dell’assistente sociale Roberto Pisanu, capo della commissione chiamata a giudicare le offerte, aveva segnalato alla procura un presunto illecito legame tra l’allora primo cittadino e Mariangela Rita Sias, la responsabile della cooperativa Sacro Cuore che già gestiva il servizio. Secondo il dipendente comunale, il sodalizio tra i due sarebbe stato talmente affiatato da indurli a compiere una turbativa d’asta.

Nel 2012 la commissione aggiudicò infatti la gara alla cooperativa Lacheros, ma da quel momento iniziarono i problemi che poi portarono all’avvio di un capitolo giudiziario su questa porzione di un’inchiesta dalle dimensioni assai più estese che, secondo la procura, ha scoperchiato un presunto sistema di collusioni tra amministratori e professionisti per l’assegnazione di incarichi e lavori pubblici. Evidentemente però non tutto il lavoro d’indagine ha messo in evidenza comportamenti al di fuori dei confini della legge e così una parte delle accuse viene ritenuta infondata da chi le aveva mosse.

In questo caso la testimonianza dell’assistente sociale Roberto Pisanu era la colonna portante delle contestazioni. Questi aveva affermato che Salvatore Ghisu in tono minaccioso gli aveva detto di trovarsi lavoro altrove. Il motivo di tale “avvertimento” sarebbe risieduto proprio nell’assegnazione del servizio di assistenza domiciliare alla Lacheros in luogo della Sacro Cuore. Quest’ultima presenta allora ricorso e il Comune sospende in autotutela l’assegnazione del servizio.

Sarebbe stato questo un atto studiato a tavolino tra il sindaco e la responsabile della coop che così ebbe modo di continuare il proprio lavoro a Borore attraverso una proroga della gestione interrotta solo dal deflagrare dell’inchiesta della procura.

Eppure questo ipotetico sodalizio tra i due non ha trovato riscontri e prove tali da convincere il pubblico ministero a richiedere il rinvio a giudizio. Diversi elementi a discarico del sindaco erano stati portati dall’avvocato difensore Gianfranco Siuni che li ha visti accolti. Per la procura la frase rivolta da Salvatore Ghisu all’assistente sociale era assimilabile a un rimprovero perché il modus operandi della commissione era stato già contestato durante le fasi iniziali della procedura di affidamento. A riprova di ciò ci sono alcuni verbali a cui va sommato un parere legale. Da qui la richiesta di archiviazione che non sarà l’unica dell’intero procedimento.

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