La Nuova Sardegna

Nuoro

Il direttore del Corpo Forestale: «Condanna all’ergastolo per gli incendiari»

Il direttore del Corpo Forestale: «Condanna all’ergastolo per gli incendiari»

Nuoro, Michele Chessa sollecita misure durissime contro i piromani: «Così si potrebbe limitare la piaga del fuoco, sono ancora troppi i roghi dolosi»

09 ottobre 2017
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NUORO. «Le postazioni di avvistamento, dove le vedette del Corpo forestale trascorrono le loro giornate in punti strategici dai quali si dominano vaste porzioni di territorio, sono come i nuraghi che permettevano agli antichi sardi di comunicare con segnalazioni da una vetta all’altra».

Michele Chessa, il nuovo responsabile provinciale del Cfva, il Corpo forestale di vigilanza ambientale. ha un passione smisurata per il suo lavoro e ama la Sardegna che conosce quasi palmo a palmo. «Queste postazioni sono strategiche per arginare la piaga degli incendi – ha spiegato il dirigente –. L’allarme immediato può evitare tragedie immani come quelle che hanno segnato drammaticamente la storia degli incendi boschivi in Sardegna. Storia che coincide con quella del Corpo forestale di vigilanza ambientale – ha sottolineato Michele Chessa –, nato nel 1985 dopo il devastante incendio di Curraggia a Tempio, il 28 luglio 1983, e di altri episodi tragici di quegli anni».

Ed era emersa con forza la volontà politica di realizzare un corpo contestualizzato per quelle che erano le peculiarità del territorio. «Oggi la Regione si è dotata di un centro dove vengono elaborate le carte per il rischio incendi – ha aggiunto il direttore provinciale del Corpo forestale – che esprimono, sulla base di fattori variabili, quelle che sono le incidenze suddividendole territorio per territorio. Fino a qualche anno fa, queste suddivisioni venivano fatte su base provinciale. Adesso la Regione è stata suddivisa in 26 zone di allerta omogenee che sono in grado di avere quantomeno un’indicazione puntuale su quella che sarà la giornata – ha continuato Michele Chessa –. L’attività previsionale viene fatta il giorno prima e questi studi consentono di potenziare i presidi che in quel giorno potrebbero essere messi sotto pressione. E le postazioni di vedetta diventano fondamentali, vista l’importanza della tempestività dell’allarme quando viene individuata l’insorgenza di un incendio».

La Regione Sardegna ha fatto scuola a livello nazionale sul campo degli incendi estivi e non solo sull’attività di spegnimento, ma anche a livello investigativo. La Regione Liguria ha inviato i suo tecnici per uno stage durante il quale gli esperti uomini del Corpo forestale sardo hanno spiegato come svolgere l’attività investigative e, soprattutto, come risalire alle cause di un incendio. Sono in preoccupante crescita i roghi colposi per l’abbandono di rifiuti un poò ovunque nelle campagne.

«Da sardo spero che venga ulteriormente modificato il nostro ordinamento penale e si arrivi a contemplare la condanna dell’ergastolo per i i criminali che devastano l’ambiente e mettono a rischio la vita delle persone – ha sottolineato con determinazione il direttore provinciale –. Contrastare i piromani è difficile, visto che questi delinquenti sembra che conoscano la metereologia anche meglio di noi che lavoriamo quotidianamente con i satelliti e i computer. E poi sono diventati bravi anche nel realizzare le esche. Nell’ottanta per cento dei casi, gli incendi partono in prossima di strade e viottoli. Senza dimenticare la superficialità di molte persone che operano saltuariamente in campagna e non si rendono conto di poter scatenare un inferno anche semplicemente utilizzando una motosega, un decespugliatore, una smerigliatrice o un qualsiasi macchinario che scateni scintille. Soprattutto nelle giornate di forte vento. Mancano un buon livello di attenzione e la consapevolezza di quel che si sta facendo e non si possono accendere fuochi per bruciare le sterpaglie quando il vento soffia a oltre 30 nodi.

«In Sardegna manca anche la cultura della sicurezza e dell’autoprotezione e dobbiamo ancora fare moltissimo per quanto riguarda la sensibilizzazione – ha concluso Michele Chessa, da pochi mesi alla guida del Comando provinciale di Nuoro –.Il miglior target è la scuola dell’obbligo, dobbiamo insegnare ai bambini il rispetto dell’ambiente. Ma sono gli adulti che troppo spesso trascurano le regole minime della sicurezza, anche semplicemente accedendo un barbecue in situazioni a rischio».

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