La Nuova Sardegna

NUORO. L’Aiea, l’associazione nazionale esposti amianto, è pronta dare il proprio contributo se dovesse emergere la presenza di amianto nei locali dell’ex Provveditorato e se venisse stabilita una correlazione con alcune morti sospette. Lo dice Sabina Contu, presidente regionale dell’associazione, che si dice disponibile ad ascoltare le testimonianze dei lavoratori che si sono ammalati o dei familiari di coloro che sono deceduti per patologie riconducibili alla fibra killer, ammesso che sia questa la causa dei tanti tumori che hanno colpito negli ultimi decenni numerosi dipendenti della struttura. Dello stesso parere anche Francesco Tolu, referente locale di Aiea, che è stato in prima fila nella lotta per il riconoscimento di “esposti all’amianto” per i lavoratori di Ottana. «Stupisce – dice Tolu – che nonostante i casi sospetti che si sono verificati negli anni non sia stato svolto alcun accertamento, né che i lavoratori siano stati informati dei rischi che correvano».

Sul caso interviene anche il sindaco Andrea Soddu: «Quando si tratta di vite umane il livello di attenzione deve essere al massimo livello. La salute dei cittadini deve essere sempre tutelata soprattutto nel posto di lavoro. Mi auguro che vengano fatti al più presto tutti gli accertamenti per escludere la presenza di amianto. Aspettiamo di sapere dagli esperti che cosa davvero stia succedendo nell'edificio del Provveditorato e se ci sia una correlazione tra i decessi e lo stato dell'edificio».

Interpellato dalla Nuova, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, medico dell’ospedale San Francesco, ha detto di aver appreso della presunta correlazione tra morti ed eventuale presenza di amianto solo dalla stampa, e che si sarebbe adoperato per avere maggiori informazioni sul caso.