La Nuova Sardegna

Nuoro

Rivolta contro l’alternanza scuola-lavoro

di Mauro Piredda

Siniscola, corteo degli alunni delle superiori lungo le vie centrali del capoluogo della Baronia

14 ottobre 2017
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SINISCOLA. Anche da Siniscola si è levata la voce degli studenti contro l’alternanza scuola-lavoro, uno dei pilastri della “Buona scuola” varata dal governo Renzi. Con lo sciopero di ieri, diverse realtà studentesche italiane hanno voluto puntare il dito contro le conseguenze delle disposizioni normative che, come dichiarato dall’Unione degli studenti, una delle sigle sindacali promotrici della protesta, «hanno confuso la formazione pratica con lo sfruttamento della nostra manodopera gratuita». «Intanto centinaia di lavoratori vengono licenziati, noi non impariamo nulla e a guadagnarci sono solo i grandi proprietari», ha proseguito l’Uds. La Rete degli studenti medi ha invece prodotto un’inchiesta nazionale parlando di «crescita di esperienze di cattiva alternanza dove gli obiettivi formativi vengono accantonati in virtù dell’adempimento di un obbligo ministeriale».

Questioni che sono emerse anche nelle parole degli studenti siniscolesi, anch’essi scossi dagli ultimi fatti di cronaca che hanno coinvolto il diciasettenne spezzino schiacciato da un muletto durante uno stage aziendale. Nel capoluogo baroniese non esiste nessuna struttura sindacale studentesca, ma nonostante ciò è sorta la decisione di aderire alla piattaforma rivendicativa programmata. La manifestazione locale è nata grazie all’iniziativa dei rappresentanti di istituto dell’Oggiano (Mahdi El Hadi, Valentina Selis, Luisa Carta, Alessandro Cadau) e del Pira (Fabio Carta).

«È un limite l’assenza di un’organizzazione, ciò non garantisce continuità nella conoscenza dei nostri diritti, ma abbiamo iniziato a sensibilizzare i nostri coetanei e continueremo a farlo in assemblea», hanno dichiarato. Il corteo cittadino è partito da piazza IV novembre e, attraversando le vie Olbia, Gramsci e Sassari, ha fatto capolinea in piazza del Mercato. Diversi i cartelli esposti dai ragazzi e dalle ragazze: «Se pensate che l’istruzione sia costosa provate l’ignoranza»; «In una scuola gli insegnanti vogliono essere ascoltati, lo studente pure».

Tra slogan scanditi in marcia e riflessioni al microfono, i rappresentanti hanno elencato alcune criticità quali il cumulo di ore («Chi frequenta la quinta classe deve arrivare a 200, 400 se è stato bocciato l’anno scorso. Dove lo troviamo il tempo per studiare?»), l’obbligatorietà, la «scarsa formazione» («Non impariamo nulla facendo fotocopie o passeggiate ecologiche»), l’impossibilità di conteggiare ore tra un anno scolastico e l’altro «nonostante la presenza di imprese ricettive».

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