La Nuova Sardegna

Nuoro

Traffico e spaccio di coca, due arresti dei carabinieri

di Lamberto Cugudda
Traffico e spaccio di coca, due arresti dei carabinieri

Maxi operazione dell’Arma: in carcere Mosè Cao, ai domiciliari Salvatore Conti Altri quattro indagati di Tortolì e Girasole sono stati denunciati a piede libero

15 ottobre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





TORTOLI. Due arrestati, dei quali uno ai domiciliari e quattro denunciati a piede libero: questo il bilancio dell’indagine antidroga Point break (punto di rottura, termine del gergo surfistico), relativa alla piana del nord Ogliastra, fra Lotzorai, Tortolì e Girasole, portata avanti dai carabinieri della compagnia di Lanusei, coordinati dal comandante, capitano Claudio Paparella. A conclusione di una complessa indagine della stazione dell’Arma di Santa Maria Navarrese finalizzata al contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, carabineri della compagnia di Lanusei, con il supporto dello squadrone eliportato Cacciatori Sardegna, con le dipendenti unità cinofile, e di un elicottero, ieri mattina all’alba hanno portato a compimento l’operazione. E hanno eseguito l’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip presso il tribunale di Lanusei, che ha disposto la custodia cautelare in carcere a Lanusei – dove era già detenuto dal 7 aprile poiche’ colpito da altra misura detentiva emessa nell’ambito dell’indagine “Dirty fish” (Pesce sporco) che avrebbe finito di scontare proprio ieri – per Mosé Cao, 54 anni, di Lotzorai, pregiudicato, e la custodia cautelare agli arresti domiciliari a Tortolì per Salvatore Conti, 45 anni, pescivendolo, già conosciuto alle forze dell’ordine. Per gli stessi reati i carabinieri hanno denunciato a piede libero quattro persone residenti a Girasole e Tortolì, di 60, 44, 42 e 21 anni. L'indagine si è svolta dal maggio 2016 al marzo dell’anno in corso. E avrebbe permesso di appurare un totale di 20 cessioni al dettaglio di stupefacente per lo più del tipo cocaina, evidenziando il continuo spaccio sviluppatosi tra i Comuni di Lotzorai, Tortolì e Girasole. A carico dei soggetti colpiti dalla misura cautelare restrittiva per l’Arma si sarebbe dimostrata l’esistenza di un attivita’ di spaccio stabile e consistente, fonte di profitti non trascurabili. I due, secondo l'accusa, avrebbero utilizzato linguaggi codificati e apparecchiature scanner per individuare la presenza di microspie. Per i carabinieri, una fitta rete di contatti avrebbe assicurato agli indagati l'approvvigionamento e la successiva vendita al dettaglio della merce. È stato precisato che durante l’attività d’indagine, Cao era tra l’altro sottoposto ad altra misura cautelare dell’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria, emessa nell’ambito dell’indagine “Sardlento”, ma questo non lo avrebbe fatto desistere nel continuare reiteratamente le analoghe condotte delittuose.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative