La Nuova Sardegna

Nuoro

Un referendum sul centro migranti

di Paolo Maurizio Sechi

Macomer, la proposta lanciata dall’opposizione consiliare La richiesta è stata inviata anche al prefetto Bellantoni

15 ottobre 2017
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MACOMER. È l'articolo 18 dello statuto comunale che prevede di indire un referendum consultivo: il gruppo di opposizione in consiglio ha chiesto al sindaco la convocazione urgente del consiglio comunale per ricorrere a questo strumento per chiedere ai cittadini la loro opinione in merito all'apertura del Centro di Permanenza e Rimpatrio per migranti nell'ex carcere di Macomer. L'istanza, oltre che al sindaco Antonio Succu, è stata inviata per conoscenza anche al prefetto di Nuoro, Carolina Bellantoni, all'assessore regionale agli Affari Generali, al ministro dell’Interno, ai parlamentari sardi, ai consiglieri regionali della provincia di Nuoro e ai capigruppo in Consiglio Regionale.

«Le esternazioni del sindaco – si legge nell'istanza della minoranza – denotano uno scarso senso istituzionale e una mancanza di rispetto verso il consiglio comunale quando, tenendo all'oscuro il massimo organo rappresentativo della comunità, avviò una trattativa personale per l'istituzione del Cpr partecipando ad incontri e sopralluoghi nell'ex carcere con altre autorità finalizzati a tale obbiettivo».

La minoranza evidenzia che il Sindaco su questa scelta non ha avuto dal consiglio comunale alcuna investitura a definire gli accordi con altri livelli istituzionali. “Il consiglio nella seduta del 31 luglio scorso non ha accolto la sua proposta di esprimere assenso all'istituzione del Cpr ma ha sostanzialmente modificato la bozza di delibera conferendole esclusivamente il mandato «per un confronto con il ministero e le sue strutture locali» le cui risultanze dovranno essere poi valutate dal consiglio comunale per attivare le necessarie iniziative di informazione per i cittadini” e, con una scelta non condivisa, vuole imporre una struttura per la quale la città non ha i requisiti previsti dalla legge e che sarebbe foriera non di sviluppo ma di degrado. La Regione e il Ministero partono dal presupposto che la scelta di realizzare il Cpr debba avere il consenso della comunità. Rimarchiamo che il consenso non è opportuno che venga espresso da un Consiglio ormai prossimo alla scadenza del mandato che per di più delibererebbe sull'argomento non all'unanimità ma eventualmente col solo consenso della maggioranza che se da un lato rappresenta i 2/3 del consiglio è altrettanto vero che sono espressione del consenso del 33 per cento degli elettori mentre i 5 consiglieri di minoranza sono espressione del 59 per cento dei voti. Decisioni assunte frettolosamente possono essere disattese dal nuovo consiglio che si insidierà dopo le nuove elezioni creando una serie di problemi che sarebbe opportuno prevenire. Considerato che lo statuto comunale prevede l'istituto del referendum chiediamo che si faccia ricorso a tale strumento democratico per dirimere ogni controversia nella certezza che il pronunciamento dei cittadini verrà serenamente accettato da tutti gli schieramenti». I consiglieri Uda, Castori, Pirisi, Atzori e Ledda chiedono inoltre che venga chiarita la definizione di “Detenzione amministrativa” prevista per i migranti nel Cpr.

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