La Nuova Sardegna

ARITZO. «Si è appreso dalla stampa delle le dichiarazioni dell’assessore ai Lavori pubblici del comune di Aritzo circa le ragioni che lo avrebbero condotto a rassegnare le dimissioni. Al riguardo si tiene a precisare, per quanto concerne la prefettura di Nuoro, che l’invio dei segretari comunali nei comuni avviene a seguito di bando emesso dagli stessi cui aderiscono i funzionari interessati. Nessuna competenza può essere esercitata dalla prefettura in materia». Con poche righe, la prefettura di Nuoro ha preso posizione sull’appello lanciato da Tonio Meloni, già assessore al comune di Aritzo, dimessosi la settimana scorsa lamentando uno stato di «abbandono istituzionale che impedisce agli amministratori di poter esercitare a pieno il loro ruolo». L’ex assessore aveva chiuso in anticipo il suo mandato denunciando i problemi che si hanno nell’amministrare un piccolo paese. In particolare Meloni si era soffermato sui problemi legati alla carenza di personale e di un organo di coordinamento per lo stesso nel comune di Aritzo, ove gli assessori erano costretti, come in altri casi, a fare i responsabili di servizio. Meloni aveva ricordato come il problema dell’assenza del segretario comunale ad Aritzo era stato segnalato anche alla prefettura, senza avere risposte. Una riflessione amara quella di Meloni, condivisa da altri esponenti politici del territorio, che poi lo ha portato alle dimissioni irrevocabili. Ma secondo il palazzo del governo nuorese invece, alcuna competenza è in capo all’Ufficio del governo e nemmeno «dello stesso Albo regionale di Cagliari, in quanto la nomina è di stretta competenza del sindaco. Non si è a conoscenza se il Comune, come suggerito, abbia riemesso un nuovo bando e se allo stesso, diversamente dal passato, abbiano partecipato funzionari interessati». Nella nota viene ribadito come «consapevole delle difficoltà rappresentate dal comune, la prefettura ha svolto ogni possibile intervento a sostegno della ricerca di un funzionario disponibile, pur ribadendo che la procedura, non può essere espletata d’ufficio o d’imperio dai prefetti». (g.m.)