La Nuova Sardegna

Nuoro

La minoranza: sul Cpr devono decidere i cittadini

di Paolo Maurizio Sechi
La minoranza: sul Cpr devono decidere i cittadini

Il consigliere Ledda chiede un referendum comunale sul centro di permanenza Succu: non sono contrario, interpellerò la prefettura per sapere se sia possibile

18 ottobre 2017
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MACOMER. Il sindaco Antonio Succu ha avuto le risposte che si aspettava e fugato i dubbi sull'apertura in città del Centro di Permanenza e Rimpatrio nell'ex carcere, dopo l'incontro di ieri in Prefettura a Cagliari con il Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, Gerarda Pantalone, il presidente Pigliaru, l'assessore Spanu e i Prefetti di Nuoro e Cagliari. «Mi hanno confermato che il Cpr sarà una struttura detentiva vera e propria da cui i migranti ospiti non potranno uscire – spiega il sindaco Succu – inoltre alla vigilanza interna ed esterna è previsto un sistema di video conferenza che sarà utilizzato dai funzionari competenti per gli adempimenti burocratici. Mi è stato inoltre assicurato che al termine della procedura i migranti espulsi dal Cpr verranno scortati dalle forze di polizia fino al mezzo di trasporto che li riporterà nel paese di origine».

Le forze di opposizione in consiglio comunale hanno chiesto la convocazione urgente della civica assemblea per indire un referendum e dare quindi la possibilità ai cittadini di pronunciarsi sulla scelta di aprire il Cpr in città. «Non sono contrario al referendum sul Cpr ma chiederò formalmente al Prefetto di Nuoro di esprimersi sull'ammissibilità della richiesta della minoranza – conclude Antonio Succu -. Lo farò nonostante le rassicurazioni ricevute durante l'incontro di lunedì».

Per il consigliere di opposizione Giuseppe Ledda: «Le garanzie sulla sicurezza e l'ordine pubblico fornite al sindaco dal rappresentante del ministero sono le stesse date in passato agli amministratori dei vari comuni che hanno ospitato i Centri di identificazione e rimpatrio, di cui i Cpr sono la riedizione. Le drammatiche situazioni vissute in quelle realtà – prosegue Ledda – fanno capire come potrebbe andare a finire anche da noi. Puntare tutto su un unico Cpr in Sardegna da 100 posti equivale alla pretesa di svuotare con un cucchiaino il mare di oltre 5mila migranti già presenti nell'isola oltre quelli che continuano a sbarcare. La cosiddetta “detenzione amministrativa” dei migranti è solo una invenzione giuridica che non ha riscontro nella legislazione italiana che disciplina giustamente in modo severo qualsiasi limitazione della libertà personale. Se poi – conclude il consigliere comunale di opposizione – è così semplice e rapido espellere i migranti che non hanno diritto all'accoglienza perché non lo si fa fin da ora senza attendere l'apertura di un Centro che richiederà almeno un anno di lavori e milioni di euro di investimenti?».

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