La Nuova Sardegna

Nuoro

«Dateci asilo politico» i migranti bloccano la strada con i massi

di Michela Columbu
«Dateci asilo politico» i migranti bloccano la strada con i massi

La manifestazione ha ritardato l’arrivo dei pastori negli ovili Una delegazione degli ospiti di Olzai ha incontrato il prefetto

19 ottobre 2017
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OLZAI. I migranti del centro di accoglienza di Olzai all’alba hanno bloccato la strada provinciale che collega Olzai a Sedilo, in prossimità della struttura che li ospita. Hanno messo in mezzo alla strada alcuni massi per evitare il passaggio delle auto per attirare l’attenzione sui ritardi nel rilascio del documento che certifica l’asilo pollitico e il loro status di rifugiati.

A inscenare la manifestazione sono stati i circa 60 ospiti dell'agriturismo “S'Erularju”, immerso nelle campagne di Olzai. I migranti hanno interrotto la circolazione stradale per quasi un’ora, provocando qualche disagio ai pastori che a quell’ora del mattino stavano raggiungendo i loro ovili. Ma la situazione è tornata alla normalità in breve tempo. I migranti sono provenienti da Senegal, Gambia, Nuova Guinea e Nigeria e sono esasperati dai tempi di attesa a cui li sta sottoponendo la burocrazia italiana per il rilascio dei documenti.

A tenere sotto controllo la situazione sono stati gli agenti del Commissariato di Ottana coadiuvati dai carabinieri. La protesta si è risolta nel giro di poche ore e poi alla volta della Prefettura di Nuoro è partita una delegazione di quattro giovani, accompagnata dagli agenti della questura di Nuoro. I quattro rappresentanti dei migranti hanno spiegato al prefetto Carolina Bellantoni il motivo della protesta. All’incontro erano presenti anche i mediatori culturali che operano nella struttura di accoglienza, un un interprete e il gestore del centro stesso. Dopo un’articolata discussione, il prefetto ha invitato i migranti a restare calma e moderare i toni della protesta e li ha tranquillizzati assicurando il suo interessamento per consentire il superamento del disagio. Rimarcando però la necessità del rispetto delle regole nei centri di accoglienza e nei rapporti con la popolazione locale.

Una protesta volta solo ad attirare l’attenzione sui tempi d’attesa che vincolano i giovani alla permanenza in queste strutture di accoglienza. La cui esasperazione viene dall’incertezza e dall’assenza di tempi certi per la chiamata alla valutazione del loro stato di rifugiati politici, affidata alla Commissione territoriale che si trova a Cagliari. Commissione che dovrà decidere del loro futuro: riconoscere lo status o rigettando la domanda. Nell'ultima ipotesi si apre la possibilità di fare ricorso e tutti tentano la strada giudiziale, altrimenti si viene invitati ad abbandonare il territorio nazionale.

Intanto lunedì prossimo, i quattro rappresentanti saranno saranno nuovamente ascoltati dai funzionari della Prefettura nel centro di S’Erularju.

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