La Nuova Sardegna

Nuoro

La fibra killer c’è anche nel futuro Cpr

La fibra killer c’è anche nel futuro Cpr

L’ex carcere di Macomer dovrà essere bonificato prima dell’apertura, così come era stato richiesto dall’amministrazione

27 ottobre 2017
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NUORO. L’amianto è ormai diventato un incubo. La fibra killer è dovunque, negli edifici costruiti negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta. Ed è stata scoperta anche all’interno dell’ex carcere di Macomer che sta per essere trasformato in Cpr (Centro di permanenza e rimpatrio) per migranti. Un’altra emergenza, che peraltro era già stata segnalata dal sindaco di Macomer, Antonio Succu, all’indomani della chiusura del penitenziario e si parlava di riqualificazione della struttura prima della decisione di farne un centro che darà lavoro a un’ottantina di persone più l’indotto.

L’amianto sarebbe emerso da alcune tettoie e in alcune aree esterne, ma prima che l’ex carcere venga riaperto per accogliere i migranti dovrà essere fatta un’accurata bonifica. Problema che è già stat preso in esame sia dal ministero, attraverso il profetto di Nuoro Carolina Bellantoni, sia dalla Regione, attraverso l’assessore Filippo Spanu che è in continuo contatto con i tecnici incaricati per i sopralluoghi e col sindaco di Macomer.

L’amianto sta emergendo un po’ da ogni parte in strutture datate. Anche drammaticamente, come nella palazzina di via Veneto, che ospita l’Ufficio scolastico provinciale, ex Provveditorato agli studi. Una situazione molto delicata che potrebbe vedere coinvolte molte altre strutture statali e che dovrà essere affrontata al più presto.

L’ex carcere di Macomer, chiuso da alcuni anni, potrebbe riaprire i battenti entro breve tempo come struttura di accoglienza dei migranti con limitazioni ben precise. Sarà una sorta di luogo di “detenzione leggera” per i richiedenti asilo sui quali saranno necessari approfondimenti e magari prevederne anche il rimpatrio. A regime dovrebbe dare lavoro a un’ottantina di persone all’interno e poi ci sono i lavoratori dell’indotto che non sono quantificabili, così come a giovarne sarà anche il tessuto economico di tutto il Marghine visto che le forniture dovrebbero essere per la maggior affidate ad aziende locali.

A Macomer la tensione intorno al futuro Cpr è altissima. É stata anche fatta la richiesta di un referendum sui quali dovrà pronunciarsi la prefettura. Ma in ambienti politici si vocifera che dietro le polemiche e le richieste di referendum ci siano forti interessi immobiliari che graverebbero sulla pelle dei migranti. La scelta di aprire il Cpr nell’ex carcere ha infatti bloccato l’operazione Motel Agip, acquistato da una società con l’intenzione di farne un centro di accoglienza. (plp)

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