La Nuova Sardegna

Nuoro

Si riapre il fronte della protesta contro l’inceneritore

di Paolo Maurizio Sechi
Si riapre il fronte della protesta contro l’inceneritore

Il comitato “Non bruciamoci il futuro” convoca i cittadini «Spazi di manovra dopo la decisione del Consiglio di Stato»

27 ottobre 2017
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MACOMER. Da oltre 7 anni il comitato “Non bruciamoci il futuro” di Macomer si batte per la chiusura dell'inceneritore di Tossilo e per il suo revamping e raddoppio (questo anche dopo il ribaltamento del Consiglio di Stato dello scorso luglio della sentenza del Tar Sardegna che bocciava la realizzazione del nuovo termovalorizzatore), Ora torna a far sentire la propria voce per procedere a nuove azioni legali e ulteriori ricorsi coinvolgendo maggiormente i cittadini e il territorio. Per questo è stata programmata per venerdì 3 novembre una assemblea pubblica che si terrà nel padiglione Filigosa delle ex caserme Mura con inizio alle ore 17 con la partecipazione dei medici per l'ambiente dell'Isde Sardegna, dell'associazione Zero Waste Sardegna e i Sindaci dell'Unione dei Comuni della Barbagia, sempre vicini al Comitato macomerese nella lotta per la chiusura del polo di incenerimento dei rifiuti di Tossilo.

Secondo i componenti del comitato la recente sentenza del Consiglio di Stato non ha chiuso definitivamente la possibilità di una nuova azione contro il nuovo inceneritore: «Ci sono contraddizioni incomprensibili tra la sentenza del Tar Sardegna che blocca l'inceneritore di Tossilo e quella del Consiglio di Stato che lo resuscita. Ma sono reali, e dimostrati, l'aumento dell'inquinamento e il rischio di tumori, così come permangono le gravi irregolarità e gli atti illegittimi già giudicati tali dal Tar Sardegna. I giudici romani contraddicono quelli sardi ma l'inquinamento è reale e ora vediamo quali strategie adottare per il futuro di Tossilo».

Dopo il ricorso presentato lo scorso anno al Tar Sardegna dal comitato NBF, Zero Wast Sardegna e dell'Unione dei Comuni della Barbagia che avevano impugnato la delibera della Giunta Regionale che dava il via libera alla realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo i Giudici del Tar consideravano incompatibile con il Piano regionale di gestione dei rifiuti, ormai scaduto, il revamping dell'impianto per cui era prevista una nuova linea, con il raddoppio di potenza, rappresentando un terzo polo idoneo ad operare a regime e non in via transitoria. Praticamente il contrario di quanto prospettato in sede di pianificazione dalla Giunta che prevedeva i due poli di incenerimento, Macchiareddu a Cagliari e programmando il nuovo impianto nel nord dell'isola, attribuendo a Tossilo il ruolo sostitutivo e transitorio. Dopo un anno la sentenza della Quarta sezione del Consiglio di Stato del luglio scorso che ha riabilitato l'impianto di Macomer ribaltando il giudizio del Tar Sardegna dando ragione alla Regione Sarda e al Consorzio Industriale di Macomer che avevano presentato richiesta di riforma della sentenza di primo grado. Al Tar Sardegna pende ancora un ricorso presentato sempre dal comitato NBF e ZWS e dai comuni di Olzai, Sarule, Gavoi e Arzana, contro l'aggiornamento del Piano Regionale dei rifiuti varato dalla Regione in quanto privo della Valutazione ambientale strategica, procedimento obbligatorio che di fatto ha l'effetto di impedire la partecipazione di comuni e cittadini all'iter autorizzativo del piano.

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