La Nuova Sardegna

Nuoro

Migranti e accoglienza l’opposizione all’attacco

Migranti e accoglienza l’opposizione all’attacco

Macomer, i consiglieri di minoranza: «Il Cpr non è una struttura di detenzione» «Sono evidenti i rischi di situazioni difficilmente gestibili legati alle espulsioni» 

31 ottobre 2017
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MACOMER. Da un lato, respingono con forza e bollano come voci del tutto prive di fondamento, quelle che sospettano l’esistenza di alcuni interessi immobiliari dietro le polemiche e le richieste di indire un referendum consultivo sulla questione migranti e accoglienza. E dall’altro, invece, tengono a precisare che «è errato e fuorviante definire il Cpr come un luogo di detenzione leggera e non può essere una struttura di detenzione, termine mai usato nella legge istitutiva che parla esclusivamente di “permanenza” e di “condizioni di trattamento che assicurino l’assoluto rispetto della dignitàdella persona”». La minoranza consiliare, composta dai consiglieri Giuseppe Ledda, Riccardo Uda, Rita Atzori, Giuseppe Pirisi, e Federico Castori, torna, insomma, all’attacco sulla questione migranti e sul sistema di accoglienza.

«Già dal maggio 2016, il consiglio comunale di Macomer si era espresso in modo unanime a favore di forme di accoglienza basata su piccoli nuclei da integrare in modo positivo e non impattante nella nostra comunità» scrivono i consiglieri, per poi ricordare, poco dopo, che «l’adesione formale allo Sprar da parte del Comune di Macomer è stata deliberata soltanto in data 14 giugno 2017, su convocazione straordinaria e urgente del consiglio comunale richiesta da noi consiglieri di minoranza, proprio di fronte al rischio concreto che venisse nel frattempo attivato il Cas nell’ex Motel Agip, proprio di fronte al rischio concreto che venisse arrivato il Cas nell’ex Motel Agip e dopo che per quasi un anno il sindaco aveva tergiversato con riunioni inconcludenti a livello di Unione dei Comuni, omettendo di convocare il consiglio comunale, il solo organo deputato a decidere».

Secondo la minoranza, a distanza di tempo, «è più chiaro a tutti che contraddizioni, omissioni e ritardi del sindaco erano originati dalla trattativa personale che aveva avviato con la Regione, tenendone all’oscuro il consiglio comunale e l’intera città».

La minoranza consiliare, infine, ritiene che il Cpr, sia tutt’altro, dunque, che «un luogo di detenzione leggera», ma si tratti, piuttosto, di «una struttura particolare di accoglienza che come tale rientra pienamente nella clausola di salvaguardia prevista dalla circolare ministeriale». «Sono pertanto evidenti – aggiungono – i rischi di situazioni difficilmente gestibili, derivanti dalla particolar situazione degli ospiti destinati all’espulsione che presumibilmente non accetteranno passivamente tale destino».

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