La Nuova Sardegna

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desulo 

Una fiumana di gente per Montagna produce

di Giovanni Melis
Una fiumana di gente per Montagna produce

DESULO. Montagna produce si è conclusa ieri, sotto il diluvio ma con la consueta invasione di persone. E lasciando un importante segno sotto il profilo della cultura e del folk. Si è iniziato con la...

06 novembre 2017
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DESULO. Montagna produce si è conclusa ieri, sotto il diluvio ma con la consueta invasione di persone. E lasciando un importante segno sotto il profilo della cultura e del folk. Si è iniziato con la presentazione del cd “Arregordos de coro”, del coro Montanaru, con un bel dibattito sulla polifonia vocale, sulla storia del coro e l’importanza dell’aggregazione sociale. Si è proseguito con il convegno sulla poesia del vate di Ovolaccio, in occasione del sessantennale della sua morte. Gli aspetti della lingua sarda e il suo futuro. Questi gli aspetti del convegno organizzato dal comune di Desulo per celebrare Antioco Casula, lo storico poeta che rappresentò una sorta di rivoluzione nella poetica del secolo scorso. Un poeta mai troppo studiato, finito nelle antologie nazionali e sempre oggetto di continue attenzioni. Su questo si è soffermato Francesco Casula che ha delineato i tratti della lingua di Montanaru che ultizzava «un sardo comprensibile a tutti e in questo sta la ragione della diffusione delle sue opere. Montanaru aveva la capacità di parlare a tutti i sardi». Altri aspetti della scrittura sono stati analizzati dallo scrittore Natalino Piras che si è soffermato a lungo sui temi poetici. Il professor Salvatore Liori, ex sindaco di Desulo e uno dei creatori del premio Montanaru, ha ripercorso il difficile cammino che ha portato al premio e la sua affermazione nel tempo. «Montanaru – ha spiegato Salvatore Liori – è un poeta vivo tramite le sue poesie, i suoi temi e gli aspetti di valorizzazione della lingua. Lui credeva nell’istruzione e nell’elevazione del soggetto istruito, che però doveva conservare le sue radici, in primis proprio la lingua sarda». L’argomento è stato poi approfondito dai vari relatori. Montanaru è il poeta che tutti conoscono per Ninna Nanna Pizzinnu, memorabilmente messa in musica da Giampaolo Mele Corriga, a Desulo e Est una notte e luna, nella insuperabile armonizzazione del compianto maestro Tonino Puddu. Ma Montanaru è anche il poeta cantato da vari gruppi a tenores, tra cui il coro San Gavino di Oniferi, che nella sua magistrale versione di tiu Bobore Mannu, o i vari cori di Orgosolo lo hanno fatto conoscere anche ai profani di poesia. «Qualsiasi sia il veicolo culturale – ha detto il sindaco Gigi Littarru – la poesia viene tramandata con facilità e rimane nell'immaginario collettivo. È nostro dovere proporre questi incontri e dibattiti al fine di valorizzare l'uso del sardo e ricordare Montanaru, colui che ha cantato gioia, tristezze, storie, fortune e tragedie della montagna. Il tutto da quella finestra di Ovolaccio, da dove guardava la fonte della sua ispirazione: la montagna e i suoi abitanti».

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