La Nuova Sardegna

Nuoro

L’incubo dei tagli su cinque sedi Inps, esplode la protesta

di Giusy Ferreli
L’incubo dei tagli su cinque sedi Inps, esplode la protesta

Nel mirino Gavoi, Siniscola, Macomer, Lanusei e Sorgono. I sindaci: «Spoliazione continua, situazione insostenibile»  

09 novembre 2017
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NUORO. Sono giorni di febbrile preoccupazione in provincia. La bozza di ridimensionamento al vaglio del ministero dell’Economia prevede che la scure dei tagli si abbatta con forza su alcuni delle agenzie di produzione dell’Inps che garantiscono i servizi previdenziali sul territorio nuorese. Altri tagli dello Stato su un territorio già martoriato dalla crisi.

La doccia fredda riguarda tutta l’Isola: gli sportelli, che secondo i parametri previsti dalla riorganizzazione ministeriale dovrebbero chiudere i battenti, sono 18 su 22 e ricadono nell’ambito di un programma complessivo di contenimento dei costi. In provincia di Nuoro rischiano la chiusura ben 5 sedi. Nella black list dei vertici ministeriali ci sarebbero dunque Lanusei, Macomer, Gavoi, Siniscola e Sorgono. Tra questi alcuni rischiano più di altri. Se la proposta dovesse andare in porto (all’iter manca solo l’emanazione di un decreto attuativo) potrebbe salvarsi soltanto Lanusei.

L’agenzia ogliastrina con un bacino d’utenza di 58mila abitanti si trova poco sotto la soglia dei 60mila utenti previsti dalla circolare e, dall’altra parte, può contare su 16 dipendenti a fronte dei 10 richiesti. Ma le altre 4 sedi – a parte l’agenzia provinciale di Nuoro che dispone di una pianta organica di 112 dipendenti – non avrebbero le carte in regola per scongiurare il pericolo della soppressione. I primi a lanciare l’allarme sono stati i vertici dei comitati provinciale e regionale dell’Inps, Gianfranco Mussoni e Piero Vargiu intervenuti, martedì scorso, all’inaugurazione della nuova sede di Lanusei.

«Un anno e mezzo fa eravamo riusciti, in virtù delle problematiche di un territorio preda dello spopolamento e dei deficit infrastrutturali a bloccare i declassamenti di Sorgono, Macomer e Siniscola» osserva Mussoni. Allora Gavoi con i suoi 5 dipendenti venne trasformato in un punto Inps senza però perdere le unità lavorative. Ora però lo scenario rischia di peggiorare drasticamente. Con il decreto attuativo quasi tutte le sedi decentrate potrebbero essere soppresse o trasformate nei cosiddetti punti d’ascolto. A scendere sul piede di guerra sono i sindaci. Giovanni Cugusi, primo cittadino di Gavoi è già passato per il ridimensionamento dello sportello e si dice preoccupato per quello che potrebbe accadere a breve. «Faremmo rete con tutti gli altri sindaci del territorio, non è pensabile rinunciare ad un servizio che è rivolto alle fasce più deboli della nostra popolazione» attacca Cugusi. Il suo collega di Sorgono Giovanni Arru è letteralmente infuriato. «Questa situazione – tuona, – sta diventando insostenibile. Non è più accettabile che in un territorio, già martoriato da mille problemi, si venga penalizzati con i tagli di altri, importanti servizi». Arru racconta che tempo addietro l’amministrazione comunale su richiesta dell’Inps si fece carico di mettere a disposizione dell’istituto previdenziale i locali.

«Abbiamo concesso una bella struttura, nell’edificio dove prima aveva sede la vecchia Pretura ed ora stiamo assistendo all’ennesima spoliazione» incalza il primo cittadino elencando la lunga serie dei tagli che hanno interessato il suo territorio. «Si è partiti con la soppressione degli uffici giudiziari per poi passare al ridimensionamento di quelli sanitari ed ora c’è in ballo la chiusura dell’agenzia Inps» attacca ancora Arru. «Cosa dobbiamo aspettarci ancora? Ci dicano che non dobbiamo più stare nei nostri paesi e ci dicano dove dobbiamo andare». Le preoccupazione degli amministratori locali sono state in parte confermate da Cristina Deidda direttrice regionale dell’Inps, anche lei a Lanusei per il taglio del nastro con la responsabile provinciale Margherita Corvaglia. Ligia alle regole, la nuova direttrice regionale non ha lasciato spazio ai dubbi: «Se la proposta entrasse in vigore dovremmo applicarla»

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