La Nuova Sardegna

Nuoro

Scuola, a casa da soli non si torna e a Gavoi esplode la protesta

di Michela Columbu
Scuola, a casa da soli non si torna e a Gavoi esplode la protesta

I genitori bollano la circolare del dirigente come un’assurdità: «Presto ce ne dimenticheremo» L’assessore Corona, insegnante e madre: «I disagi sono reali, ma c’è una sentenza della Cassazione»

11 novembre 2017
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GAVOI. Vietato tornare a casa da soli. “In nessun caso, all’uscita dalle lezioni, i minori potranno rientrare a casa autonomamente”: è questa la frase con cui si chiude la circolare emanata il 9 novembre dall'Istituto comprensivo di Gavoi. Poche e semplici parole che però hanno scatenato un serio dibattito tra i genitori dei ragazzi delle elementari e medie dei paesi di Gavoi, Ollolai e Olzai.

Il dirigente Pietro Masuri ha, di fatto, adeguato il proprio istituto alle direttive impartite a livello nazionale da una sentenza della Cassazione, che ha fatto ricadere le responsabilità per la morte di un bambino in Toscana nel 2003, investito da un autobus di linea all’uscita dalla scuola, proprio il dirigente scolastico. Quindi – secondo la Corte – i presidi sono responsabili anche al di fuori del perimetro scolastico e per questo il personale della scuola deve consegnare nelle mani dei genitori o di un loro delegato gli studenti sotto i 14 anni. E non è possibile nemmeno procedere ad autorizzare il minore al rientro in autonomia. Insomma, da una parte ci sono loro, i protagonisti di questa vicenda che si ritrovano a non poter sperimentare per la strada l’ebrezza di fare qualcosa in autonomia. Dall’altra ci sono i genitori, obbligati a chiedere a qualcuno di prendersi carico del ritiro in caso di lavoro, o a essere presenti davanti scuola. Dall’altra ancora c’è il personale scolastico dell’istituto comprensivo, passibili di denuncia se non dovessero ottemperare all’obbligo ministeriale. «Noi sappiamo bene, proprio perché molti di noi sono genitori e lavoratori, quali disagi crea quest’obbligo» – spiega Simona Corona, insegnante, assessora nella Giunta Cugusi all’Istruzione e politiche giovanili e madre di due studenti sotto i 14 anni. «D’altra parte– osserva –, sappiamo altrettanto bene che il preside Masuri si è solo dovuto accodare obbligatoriamente alle direttive emanate nei giorni scorsi da decine di istituti scolastici, pur sapendo perfettamente che la nostra è una realtà molto tranquilla».

Realtà, quelle di Gavoi, Ollolai e Olzai, che come la stragrande maggioranza dei piccoli centri sardi, possono vantare ancora quella tranquillità che porta il bambino ad essere vigilato dalla comunità stessa. Non è raro vedere bambini di 6 anni che camminano in strada da soli per raggiungere la scuola o i luoghi di gioco. Lo stesso percorso di arrivo nella struttura scolastica vede interi gruppi di giovani recarsi alle lezioni, ancora una volta senza i genitori. «Siamo in attesa della legge che permetterà la fine di quest’obbligo – commenta un genitore – e di tutta questa vicenda, che a nostri occhi sembra une vera assurdità, presto ce ne dimenticheremo».

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