La Nuova Sardegna

Nuoro

In preda al panico inventa uno scippo: denunciata

Mamoiada, attacco di claustrofobia all’origine dell’episodio in una gioielleria. I carabinieri hanno subito appurato che il misterioso aggressore non esisteva 

12 novembre 2017
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MAMOIADA. «Uno sconosciuto mi ha aggredito per scipparmi la borsa e io per difendermi sono entrata nella gioielleria e ho infranto il vetro della porta». Una ricostruzione fantasiosa, o meglio inventata di sana pianta, che è costata ad una casalinga sessantenne del cagliaritano una denuncia a piede libero per simulazione di reato.

La donna, protagonista del movimentato episodio avvenuto ieri mattina a Mamoiada si trovava nella gioielleria Cadinu, in corso Vittorio Emanuele III. Poco dopo le 10,15 i carabinieri della stazione intervenuti dopo la segnalazione del trambusto che animava il centro del paese si sono ritrovati davanti una donna spaventata che asseriva di esser stata vittima di un tentativo di scippo da parte di un uomo. Un uomo che viaggiava a bordo di una Bmw blu.

Nel racconto della casalinga, il misterioso scippatore si sarebbe avvicinato e avrebbe tentato di sottrarle la borsa. A quel punto, la casalinga si sarebbe introdotta nel negozio e avrebbe preso degli oggetti per difendersi. E nel tumulto avrebbe danneggiato la vetrata della porta d’ingresso. La ricostruzione della casalinga non ha convinto i militari che non hanno impiegato molto tempo a capire cosa fosse realmente successo. Le indagini hanno subito appurato che l’uomo non esisteva e che la casalinga, che si era vista chiudere la porta alle spalle dalla titolare dell’oreficeria, era stata colta da un improvviso quanto violento attacco di claustrofobia. I militari ipotizzano che abbia rotto la vetrata proprio per uscire dalla gioielleria e sottrarsi all’attacco si panico. Di certo la donna era entrata nel negozio del corso per vedere degli oggetti in oro e che la titolare l’aveva invitata di continuare a guardare in tranquillità mentre andava a prendere il giornale.

Una volta chiusa la porta, il patatrac. In quel momento esatto la sessantenne sarebbe stata presa dall’irrazionale paura degli spazi chiusi e avrebbe tentato il tutto per tutto pur di uscire da quella situazione.

Con un vaso che si trovava all’interno della gioielleria avrebbe sfondato la porta che non era dotata di vetro antisfondamento. E soprattutto, una volta arrivati i carabinieri si sarebbe inventata tutto per giustificare quanto fatto poco prima. Alla fine l’episodio, che ha messo in subbuglio l’intero paese di Mamoiada ormai rassegnata, per qualche ora al fatto di aver subito una rapina, si è concluso con una denuncia all’autorità giudiziaria della claustrofobica signora. (g.f)

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