La Nuova Sardegna

Nuoro

Inps, i sindaci sul piede di guerra

di Giusy Ferreli
Inps, i sindaci sul piede di guerra

Le rassicurazioni della direttrice nazionale Di Michele non bastano a fugare i timori sulla chiusura

20 novembre 2017
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NUORO. Sedi Inps a rischio chiusura: scampato pericolo (forse) per le cinque agenzie di produzione della Provincia di Nuoro. I sindaci del nuorese che venerdì scorso si sono recati in forze a Cagliari per partecipare alla presentazione del bilancio sociale dell’istituto di previdenza, hanno incassato una mezza rassicurazione da parte dei vertici nazionali sulla sorte degli sportelli. Che chiaramente non basta a rabbonire gli animi.

La direttrice nazionale Gabriella Di Michele, pur confermando la necessità di rendere operativo al più presto il Piano nazionale di riorganizzazione delle sedi, ha spiegato che si terrà conto delle peculiarità del territorio. Lo ha fatto nel confronto che si è tenuto a margine della presentazione dell’attività 2016 tra il funzionario e la delegazione degli amministratori locali.

«Di Michele ci ha assicurato che le peculiarità territoriali saranno prese nella giusta considerazione» riferisce il sindaco di Gavoi, Giovanni Cugusi, che ha preso per buone (in parte) le rassicurazioni della direttrice nazionale. «I parametri sono fuori contesto, la nostra densità abitativa è diversa rispetto ad e di questo dovranno tener conto». L’Inps, nel recente passato, aveva chiesto agli enti locali la disponibilità delle sedi, richiesta che era stata soddisfatta in tutti e cinque i comuni che ospitano i servizi: Lanusei, Macomer, Gavoi, Siniscola e Sorgono. Ed è anche per questo che le notizie trapelate qualche settimana fa sono state vissute male dai territori. Terremmo alta la guardia» è la sua conclusione.

Antonio Succu, sindaco di Macomer, ha affrontato la trasferta cagliaritana con spirito incline al confronto. Ma le sue aspettative sono state tradite quando ha assistito all’iniziativa nella sede cagliaritana dell’ex Cis. E le sue considerazioni sono sferzanti. «Non si è parlato abbastanza di questa problematica che a Cagliari è stata appena sfiorata» spiega Succu. «Le linee guida di questa riorganizzazione non ci sono state notificate e tutta questa vicenda è maturata in un clima di poca chiarezza. Sono andato via indispettito» tuona ancora l’amministratore comunale che ricorda di aver sottoscritto «un patto leale» che prevedeva l’uso in comodato di una sede adeguata (in questo caso locali dell’ex giudice di pace) e che è stato disatteso. «Sono convinto che metteranno in campo una strategia che le farà morire d’inedia. Dapprima si tenterà col trasferimento del direttore poi con l’apertura a giorni alterni» conclude il sindaco Succu. A Lanusei si respira un’aria più tranquilla: con i suoi 58mila utenti e i 16 dipendenti, lo sportello ogliastrino è quello che rischia di meno visto che i parametri richiesti dal piano sono 60mila residenti e 10 dipendenti. Ma anche in questo versante nessuno se la sente di cantare vittoria. Non canta vittoria il primo cittadino Davide Burchi.

«Attendiamo, fiduciosi ma vigili, di sapere cosa succederà» osserva il sindaco che ha inaugurato la nuova agenzia nella cittadella finanziaria di via Marconi. Identica preoccupazione si respira Sorgono e Siniscola. «Questo problema non deve essere sottovalutato e nelle prossime ore chiamerò i miei colleghi per concordare la strategia» dichiara il primo cittadino siniscolese Gianluigi Farris. Sia lui che Giovanni Arru, sindaco di Sorgono assieme a tutti gli a ltri non sono disposti a farsi scippare servizi che considerano indispensabili per la fascia più debole della loro popolazione.

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