La Nuova Sardegna

Nuoro

Torpè, nuraghe San Pietro meta per i turisti

di Sergio Secci

Boom di presenze durante tutto l’anno grazie al lavoro portato avanti dall’associazione Sardus Pater

25 novembre 2017
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TORPÈ. Da un sito sconosciuto ai più, e nascosto agli occhi di migliaia di visitatori, il Nuraghe San Pietro è diventato meta quotidiana di visite per scoprire la storia della Sardegna antica. Le presenze sono in continuo aumento grazie al lavoro dell’associazione Sardus Pater che si occupa anche di divulgare e far conoscere la civiltà nuragica con laboratori rivolti alle scuole e proponendo anche simulazioni di scavi archeologici.

Nel 2017, fino alla prima settimana di ottobre, il sito ha fatto registrare molte più presenze rispetto all’anno scorso con una presenza italiana di circa il 50% concentrata soprattutto a luglio e agosto. I più numerosi sono stati i toscani e i lombardi, a seguire, emiliani, veneti e laziali.

Tra gli stranieri hanno prevalso i tedeschi, in calo però rispetto gli anni scorsi, mentre sono aumentati inglesi, svizzeri, belgi e austriaci con un afflusso rilevante di visitatori dell’Est Europa in primis polacchi, cechi, sloveni e russi.

Il sito è visitabile tutto l’anno grazie al lavoro dell’associazione culturale Sardus Pater nata nel 2013 da un’idea di Alberto Pala, insegnante e guida turistica e dalla volontà di andare oltre il turismo balneare offrendo servizi turistici di alto livello e scommettendo nelle escursioni in aree archeologiche. Il Nuraghe, si erge tra Torpè e il fiume Posada, a circa 3 Km dalla costa in un contesto paesaggistico di pregio. «Si tratta di un edificio a pianta quadrilobata vicino ad un villaggio di età romana, uno dei monumenti preistorici più importanti della sub-regione delle Baronie – spiega Pala – portato alla luce con diverse campagne di scavo della Soprintendenza di Sassari e Nuoro tra gli anni Settanta e Ottanta».

«Nel sito, oltre alla preziosa collaborazione di Elena Kotova si è aggiunto Dario D’Orlando, giovane torpeino archeologo specializzato con una tesi dal titolo: “La bassa valle del fiume Posada. Censimento archeologico per uno studio delle dinamiche insediative”.

L’unione delle competenze e delle abilità di ogni singolo membro dell’equipe ha dato vita a un gruppo coeso e ben equilibrato in grado di rispondere alle esigenze dei turisti più esigenti e che sta portando Torpè nel circuito turistico-archeologico visto che nei pressi del Nuraghe si possono anche visitare due Domus de Janas in fase di valorizzazione con la collaborazione del Ceas Torpè.

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