La Nuova Sardegna

Nuoro

Caserma finita a Pratosardo, l’Esercito prende tempo

di Stefania Vatieri
Caserma finita a Pratosardo, l’Esercito prende tempo

Il Comune è pronto a fare lo scambio di aree ma la questione è legata agli accordi sulle servitù militari tra Stato e Regione

26 novembre 2017
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NUORO. Pronta da mesi, la caserma di Pratosardo resta ancora vuota. I militari non sono mai arrivati nonostante la struttura sia pronta ad accoglierli. Al momento non si sa chi arriverà: inizialmente si sapeva che a Nuoro sarebbero dovuto arrivare i soldati della Brigata Sassari, che così avrebbe “chiuso” il reggimengto con il “nucleo trasmissioni”, ma ultimamente il ministero della Difesa e lo Stato maggiore dell’Esercito sono stati piuttosto evasivi su chi dovrebbe essere destinato a Pratosardo. Se mai lo sarà? Perché la situazione al momento è in “stand by” e l’operazione potrebbe anche saltare, nonostante le firme sui vari accordi e le rassicurazioni del ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Certo è che l’arrivo in città di 300 militari con le loro famiglie sarebbe una boccata d’ossigeno per l’asfittica economia di Nuoro e di tutto il Nuorese visto che sul territorio si riverserebbero oltre 300 buste paga.

Intanto, l’ultima fase relativa alla caserma di Pratosardo si è conclusa. Il primo agosto l’impresa ha consegnato il certificato di collaudo, ma l’agognato scambio di chiavi tra il ministero della Difesa e il Comune non c’è stato. La sostanza della questione riguarda la campagna di razionalizzazione e riduzione progressiva delle servitù militari richiesta dal governatore Francesco Pigliaru, che più volte ha ribadito al ministro della Difesa, Roberta Pinotti, la posizione della Regione: un’isola libera dalle servitù. Un acceso scontro che ha inevitabilmente trascinato sul tavolo delle trattative anche la caserma di Pratosardo, che è appesa al sottile filo dei negoziati Stato-Regione.

Sembrerebbe questo il nodo della sempre più tormentata vicenda legata all’apertura della nuova caserma di Pratosardo. Una storia iniziata nel lontano 1997 con un accordo di programma firmato congiuntamente da Regione, ministero della Difesa, Provincia e Comune. Attraverso una sorta di permuta, l’area dell’ex Artiglieria di viale Sardegna, da trasformare in parco urbano con strutture sportive polivalenti, come spiegato più volte dal sindaco Andrea Soddu, sarebbe stata ceduta dall’Esercito al Comune in cambio della caserma di Prato Sardo. Non prima però della conclusione dei lavori nei quattro ettari e mezzo di terreno alla periferia della città, sui quali è stata realizzata la moderna residenza di 27 mila metri cubi con uffici, alloggi e auditorium, costruita con fondi regionali.

Nella caserma potranno essere ospitati circa 300 militari di un reggimento misto dei “Dimonios” e un centinaio di civili. Anche se, secondo indiscrezioni, nelle previsioni future sembra esserci la volontà di ampliare la Brigata Sassari con almeno uno dei due reggimenti ancora mancanti: l'artiglieria e un reparto logistico.

Il sindaco Andrea Soddu, al quale è stato chiesto dallo Stato maggiore dell’Esercito il massimo riserbo sulla questione, poiché le informazioni a disposizione sarebbero coperte dal segreto militare, e l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Antonio Belloi, garantiscono che tutto è pronto per ospitare in città i "Dimonios" della Brigata Sassari e che proprio in queste settimane si stanno completando le ultime pratiche affinché avvenga la consegna provvisoria del presidio militare all'Esercito. «Negli ultimi mesi abbiamo anche dovuto istituire il Comitato di vigilanza, come richiesto dall’accordo nel 2008, un organismo di controllo composto dai rappresentanti della Regione, del ministero della Difesa, del Demanio, dell'Esercito e del Comune, preposto alla verifica delle opere consegnate – hanno spiegato –. Stiamo aspettando che la Regione nomini il suo rappresentante». La lettera inviata dal sindaco a Pigliaru, che pubblichiamo qui accanto, potrebbe aiutare a sbloccare la situazione.

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