La Nuova Sardegna

Nuoro

la cisl contro lo spopolamento 

«Agevoliamo le famiglie con un solo reddito»

di Francesco Pirisi
«Agevoliamo le famiglie con un solo reddito»

NUORO. Trenta comuni sardi dovrebbero finire i loro giorni entro il 2080. Non andrà gran bene per tanti altri, destinati a perdere soprattutto le forze giovanili. Sono gli effetti dello spopolamento...

03 dicembre 2017
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NUORO. Trenta comuni sardi dovrebbero finire i loro giorni entro il 2080. Non andrà gran bene per tanti altri, destinati a perdere soprattutto le forze giovanili. Sono gli effetti dello spopolamento delle aree interne della Sardegna. La Cisl territoriale vuole puntare una luce per capire di più e discutere subito di possibili soluzioni. Per questo ha convocato per domani un consiglio generale aperto a Onanì, centro di 400 abitanti, tra il Nuorese e la Baronia, salito all’attenzione della cronaca per essere il comune con i redditi più bassi in tutta Italia.

L’incontro nelle scuole elementari, a partire dalle 9, con la relazione del segretario territoriale Michele Fele e il saluto della sindaca, Clara Michelangeli. Sarà presente Gianluigi Petteni, membro della segreteria nazionale cislina. Insieme al leader regionale Ignazio Ganga, in procinto di lasciare l’isola per andare a guidare a Roma la componente che si occupa del Mezzogiorno.

Dentro il convegno la tavola rotonda con i consiglieri regionali Pietro Pittalis, Roberto Deriu, Luigi Crisponi ed Emilio Usula, affiancati da Giovanni Mossa, presidente del Gal di Barbagia e Baronie.

Il segretario Fele porterà all’incontro una proposta che salpa il Tirreno. Eccola: «Nelle aree interne, quelle in deficit di ricchezza e sviluppo, il governo dovrebbe limitare la tassazione. Come? Una misura è quella di non fare pagare l’Irpef nelle famiglie monoreddito». La proposta del segretario della Cisl nuorese ha come base la critica alla classe dirigente (nazionale e regionale) per una politica inadeguata sulla famiglia. I comuni che muoiono sono una tra le conseguenza: «Non si fanno figli o non ci si sposa perché il reddito è insufficiente. Quando non manca del tutto per l’impossibilità di avere un lavoro». Non c’è il ricambio generazionale, ma anzi si va via dall’interno della regione, verso le aree costiere e i poli popolosi, alla ricerca di servizi e vivibilità.

Note che fanno parte della relazione di Fele, per ribadire pochi concetti, ma in compenso chiari, dai quali partire per invertire la rotta: «Detto della tassazione, non si può non chiedere ancora politiche per i servizi, dalla sanità all’istruzione, che tengano conto della realtà sarda. L’altro impegno, della politica, deve essere per favorire le piccole e medie iniziative in grado di ricreare il tessuto economico».

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