La Nuova Sardegna

Nuoro

Treno, cibo, acqua e cultura auguri e speranze per il 2018

di Valeria Gianoglio
Treno, cibo, acqua e cultura auguri e speranze per il 2018

I desideri di associazioni, politica ed esponenti del sociale per migliorare la città Da un “postalino” per Noddule a «un’unica sede per gli universitari barbaricini» 

31 dicembre 2017
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NUORO. C’è chi vola alto e sogna un anno nuovo dove Nuoro attragga una montagna di investimenti, giovani e cultura, dove le polemiche sui migranti siano relegate per sempre all’armadio dei ricordi, dove i poveri della città non abbiano più bisogno di chiedere aiuto e pacchi pieni di cibarie. E chi, invece, per il 2018, si accontenterebbe anche solo «che Abbanoa ci lasci l’acqua tutte le sere», di «un postalino fino al complesso nuragico di Noddule, che accompagni gli studenti», di un mondo universitario nuorese che «si ritrovi finalmente in un’unica sede, e non più sparso nelle attuali tre». Ci sono le polemiche dell’anno che oggi si chiude, ma anche i desideri più tenaci per quello che si sta per aprire, nei sogni che i nuoresi coltivano per il 2018. E appena oltre, si scorge la fotografia di un territorio dove le difficoltà non mancano, soprattutto sul versante economico, ma ricco anche di forze, energie, e speranze per il futuro più o meno immediato.

Tina Santoni, grande appassionata di archeologia e storia sarda, e presidente dell’Archeoarci nuorese, per il nuovo anno sogna ad esempio un “postalino” che a scadenza settimanale o giù di lì colleghi Nuoro con il sito nuragico di Noddule, a 15 km dalla città. E lo sogna, dice, perché sarebbe solo l’inizio «di un progetto di valorizzazione di quel sito che mi auguro si intraprenda al più presto. Spero che nel 2018, invece, di puntare solo sulla valorizzazione del parco di Tanca Manca, si pensi anche a Noddule, e si inserisca nello stesso progetto. Il postalino che colleghi Nuoro con Noddule servirebbe per portare gli studenti delle scuole o i semplici cittadini interessati a scoprire una parte del territorio nuorese ancora poco conosciuta».

Gianbattista Piana, direttore provinciale della Confesercenti, dal suo osservatorio sogna invece un 2018 nel quale «l’assessorato regionale al Turismo, entrando nel suo ufficio in viale Trieste 105, guardi il cartello all’entrata e si accorga che non è solo assessore al Turismo ma anche al Commercio. E nel momento nel quale se ne ricorda, allora metta finalmente mano a una nuova legge del settore: una legge che chiediamo da tempo per frenare l’abusivismo, disciplinare i saldi, e non solo».

Pierluigi Saiu, consigliere comunale di opposizione, per il 2018 vorrebbe vedere una Nuoro diversa soprattutto in un aspetto: «Mi piacerebbe – dice – che diventasse capitale degli investimenti. Che diventi una città, un luogo dove sia veramente conveniente investire. Dove investire, per un privato ma non solo, sia un’opportunità e non un sacrificio. Se diventasse questo, Nuoro riuscirebbe a far ritornare i giovani andati via e a non far partire gli altri. Sarebbe davvero bello».

Per Nuoro e il suo territorio, secondo Claudio Solinas – avvocato e promotore di un comitato spontaneo per sostenere un miglioramento dei trasporti provinciali che ha raccolto ben 10mila firme – il 2018 ideale avrebbe un nome preciso: Trenitalia. «Per il 2018 – spiega Solinas – mi auguro che giunga Trenitalia a Nuoro, che si possa finalmente viaggiare per Cagliari, Oristano, Sassari, Olbia, porti e aeroporti con treni diretti. Mi auguro che anche a Nuoro arrivi un treno vero, moderno, che, colmo di gente giunga in città; un treno che orienti i flussi turistici verso la nostra città. Un treno diretto verso la costa orientale (Siniscola-Olbia) che non fermandosi solo in città, rilanci l’economia, l'occupazione e costruisca il futuro dei nuoresi». Il direttore provinciale della Confcommercio nuorese, Gianluca Deriu, raggiunto al telefono ieri mattina mentre era intento a tagliare legna, dal canto suo non lo nasconde che così, preso alla sprovvista, di desideri per il 2018 ne avrebbe proprio tanti, ma se dovesse indicarne solo qualcuno, direbbe, senza troppe storie, che «intanto torni l’acqua, a Nuoro e nei nostri paesi, e poi che per le imprese del commercio sia un anno più facile e con meno burocrazia e pastoie, e infine che nella campagna elettorale ormai prossima la smettano di prenderci per i fondelli con promesse che non manterranno».

Al parroco della chiesa delle Grazie, padre Giuseppe Magliani, invece, il desiderio per il 2018 è «che cresca sempre di più la coscienza che siamo tutti uguali, come persone e come figli di Dio, che cresca il rispetto e la solidarietà nel concreto. Che Nuoro continui a essere quel luogo di solidarietà che è da tanto tempo». E che, sempre su questa scia di generosità e accoglienza, «si incrementi anche chi ci dona, con tanto affetto, viveri e sostegno per le famiglie in difficoltà». Perché, spiega padre Giuseppe, «proprio in questi giorni abbiamo finito le scorte di viveri che diamo alle famiglie e alle persone che ne hanno bisogno».

Il desiderio per il 2018 del commissario per il Consorzio universitario nuorese, Fabrizio Mureddu, è invece tutto rivolto ai giovani studenti che spesse vede sfiduciati e scoraggiati circa le prospettive future. «Il mio desiderio per l’anno nuovo – spiega – è che tutti loro possano avere maggiore fiducia nel futuro. E che, insieme al resto della comunità universitaria nuorese, nell’anno nuovo, studenti e professori si possano incontrare in un’unica sede. Ecco, questo mi auguro davvero: che la famiglia universitaria nuorese si ritrovi in un’unica sede».

Il desiderio per Nuoro nel 2018, invece, per il vicesindaco Sebastian Cocco, è nel segno della cultura. «Vorrei – spiega – che la città assumesse maggiore consapevolezza di se stessa. La cultura è non solo lo strumento più autentico per la crescita interiore della persona ma il vero grimaldello per scardinare uno dei fenomeni tipicamente nuoresi: l'individualismo. Un approccio che naufraga spesso nella palude dell’orgoglio personale senza una visione comunitaria, mentre dobbiamo aprirci al mare delle connessioni, del confronto, del lavoro collettivo, della condivisione delle conoscenze. Solo così si creano opportunità di crescita e di sviluppo economico. Questo spirito ha guidato la candidatura di Nuoro a Capitale italiana della cultura per il 2020, ma già dal 2018 speriamo di sprigionare tutte le energie incontrate nel corso della redazione del dossier».

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