La Nuova Sardegna

Nuoro

«Sardegna centrale come il Sulcis e Porto Torres»

di Luciano Piras
«Sardegna centrale come il Sulcis e Porto Torres»

Lettera di Confindustria ai ministri Calenda e De Vincenti «Né soldi né assistenzialismo, chiediamo attenzione»

11 gennaio 2018
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NUORO. «Né soldi a pioggia né tanto meno assistenzialismo» precisa subito Roberto Bornioli. Piuttosto: la Confindustria nuorese «chiede attenzione e soprattutto infrastrutture», sottolinea ancora una volta il presidente degli industriali di Nuoro e dintorni. «Dei tre poli industriali in Sardegna, Sulcis, Porto Torres e Ottana, quest’ultimo è l’unico sito che negli ultimi anni è rimasto fuori dai tavoli nazionali – va avanti Bornioli – e al momento è l’unico privo di un’ipotesi progettuale di riconversione industriale in grado di garantire un rilancio di medio-lungo periodo». Parole ribadite in una lettera appena inviata ai ministri dello Sviluppo economico Carlo Calenda e per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, oltre che al presidente della Regione Francesco Pigliaru.

Roberto Bornioli pone sul tavolo di Governo e Regione la richiesta di un incontro urgente sulla drammatica situazione delle aree industriali e produttive della Sardegna centrale. «Nonostante le nostre sollecitazioni – ricapitola il presidente della Confindustria Nuoro-Ogliastra –, il sito di Ottana, per decenni al centro dell’interesse del Governo, è stato di recente escluso in modo inaspettato e con nostro rammarico anche dalle Aree di crisi industriali complesse. Una decisione che auspichiamo possa essere rivista e che oggi ha reso impossibile l’accesso a strumenti di riconversione industriale e a piani di sviluppo territoriale, utilizzati invece nel Sulcis e a Porto Torres. Inoltre, ciò ha impedito di prorogare gli ammortizzatori sociali straordinari, limite che in alcuni casi ha significato i licenziamenti anticipati». Anche per gli altri siti del centro Sardegna, Macomer, Siniscola e Nuoro, «la situazione è molto preoccupante» ribadisce Bornioli. «Sebbene resistano alcune realtà aziendali importanti, il tessuto produttivo è sempre più debole e il malessere sociale è in aumento. Per questo occorre intervenire al più presto con strumenti specifici che contemplino l’intero sistema produttivo della Sardegna centrale evitando gli errori del passato». Ai ministri Calenda e De Vincenti, il presidente degli industriali nuoresi suggerisce che «bisogna puntare su un’economia integrata con una significativa presenza industriale». «Dopo il crollo della grande industria, è necessario attuare una strategia industriale alternativa, incentrata su un tipo diverso di industria, leggera, sostenibile e innovativa, che funzioni in sinergia con gli altri comparti produttivi. E soprattutto occorre lavorare per rendere le aree attrattive a nuovi investimenti e garantire un contesto competitivo in termini di infrastrutture, costi di trasporti e disponibilità del metano». Da qui la richiesta di un incontro urgente, da convocare a Roma, «con la partecipazione della Regione e delle rappresentanze istituzionali, economiche e sociali del territorio. Ciò al fine di elaborare con il sostegno del Governo una strategia progettuale in grado di creare un’alternativa all’attuale desertificazione produttiva e possa consentire la ripresa di investimenti e l’avvio di nuove attività».

«Ciò che chiediamo – ripete il numero uno degli industriali della Sardegna centrale – sono l’attenzione e l’impegno del Governo verso un territorio sempre più impoverito e fortemente penalizzato anche da una grave crisi demografica, che senza un tessuto produttivo e industriale forte, è destinata ad acuirsi. Siamo consci che il mandato del Governo sia in scadenza – chiude Bornioli –, ma altresì prendiamo per certi l’impegno e la volontà da voi dichiarati di continuare a lavorare fino all’effettivo termine del mandato».

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