La Nuova Sardegna

Nuoro

Incidente a Osidda, il gip: «Sono lesioni gravissime»

di Valeria Gianoglio
Incidente a Osidda, il gip: «Sono lesioni gravissime»

Schianto con 3 feriti: il giudice restituisce gli atti al pm perché riformuli il reato Respinta la richiesta di patteggiamento. Una ferita aveva perso la milza

12 gennaio 2018
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OSIDDA. La pena era già stata concordata dal pm e dalla difesa, 2 anni patteggiati per l’accusa di “lesioni gravi” causate dall’imputato nel corso di un incidente stradale avvenuto l’estate scorsa vicino a Osidda. Ma, dopo una breve camera di consiglio, il gip Mauro Pusceddu, ieri mattina, ha deciso di bloccare tutto e ha restituito gli atti al pubblico ministero. E lo ha fatto non perché ha ritenuto la pena concordata “non congrua”, non adeguata al fatto contestato, ma perché ha ritenuto invece che l’accusa dovesse contestare un reato più pesante: quello di “lesioni gravissime”, e non semplicemente quello di “lesioni gravi”. Uno dei feriti dell’incidente dello scorso luglio, infatti, aveva perso la milza a causa dello scontro.

Si è conclusa così, dunque, ieri mattina, nell’aula al quarto piano del Palazzo di giustizia, l’udienza davanti al gip Mauro Pusceddu legata all’incidente avvenuto il 10 luglio 2017 sulla strada provinciale 15, a pochi chilometri da Osidda. Era da poco trascorsa la mezzanotte quando l’auto guidata da Enrico Cossu, operaio del paese, si era schiantata sopra la Ford Fiesta guidata dall’allevatore di Osidda, Gioacchino Chessa, che viaggiava insieme alla sorella Sebastiana, e all’anziana madre di 91 anni, Domenica Marche. A riportare le conseguenze più pesanti, nello scontro, erano state proprie le due donne: tant’è che erano state ricoverate nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Francesco di Nuoro. E all’anziana madre di Chessa, purtroppo, i medici avevano anche dovuto asportare la milza, mentre la figlia di quest’ultima, Sebastiana, aveva riportato diversi traumi e fratture multiple.

Per quel violento schianto sulla strada provinciale, la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati, con l’accusa di “lesioni gravi”, il nome del conducente dell’utilitaria: Enrico Cossu. Nelle ultime settimane, poi, il pm Tommaso Giovannetti, e i difensori di Cossu, gli avvocati Gianluca Sedda e Elisabetta Palermo, avevano concordato una condanna a 2 anni per Cossu, con la pena sospesa. Ma ieri, poi, è arrivata la decisione del giudice che respinto la richiesta di patteggiamento avanzata dalle parti, e ha deciso, invece, di restituire tutti gli atti al pubblico ministero con una precisa indicazione: riformulare il capo d’imputazione in “lesioni gravissime”. E solo dopo quella riformulazione, ripartirà tutto l’iter con un nuovo avviso di conclusione delle indagini.

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