La Nuova Sardegna

Nuoro

Premio Carrus, un coro di voci per far rivivere i piccoli paesi

di Giulia Serra
Premio Carrus, un coro di voci per far rivivere i piccoli paesi

Borore, la cerimonia per incoronare i vincitori del concorso diventa occasione di confronto sull’isola Tra le ricette salva-crisi c’è anche il progetto per far rientrare le tante intelligenze sparse nel mondo 

14 gennaio 2018
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BORORE. Uscire dal letargo per rifiorire nella Primavera dei Paesi: potrebbe essere questa la sintesi della manifestazione che si è svolta ieri a Borore per premiare i tre vincitori della quarta edizione del premio Nino Carrus. Così, dal centro di una Sardegna fiaccata da un progressivo spopolamento e da una crisi strutturale che interroga il presente ed il futuro, si alzano forti le voci, le idee e i progetti di chi lavora per costruire nuove possibilità, visioni e proposte per un rilancio e una rinascita che non possono che partire dal basso. A farlo sono i giovani, con la spinta ideale di chi sa di dover apportare un proprio contributo per una causa certamente difficile ma che si può vincere: quella di puntare sulle peculiarità dei luoghi per dare vita ad un nuovo sistema di sviluppo calato dal basso, nel quale la Sardegna dei Paesi possa ritrovare una spinta vitale.

Premiati dalla commissione di valutazione del premio Nino Carrus, Daniela Pisu, Francesca Zinchiri e Luca Pirisi hanno dimostrato che il sistema isolano ha tutte le carte in regola per ripensarsi e ri-fondarsi: centralità della persona anzitutto, ma anche sinergie tra amministratori locali e cittadini, recupero e riappropriazione delle bellezze, intelligenze da rimettere in circolo e soluzioni diversificate da paese a paese, attuando quella che il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana ha definito “tecnica a mosaico”.

Soluzioni “local” in grado di incidere però sul quadro generale e ridare forza propulsiva ai piccoli borghi, anima imprescindibile del sistema sardo che oggi, tra tagli di servizi e assenza di prospettive di lavoro, deve fare i conti con un declino socio-economico che rischia di affossare i più piccoli. Non basta, come ha sottolineato la sindaca di Fonni Daniela Falconi, lottare per non perdere i presidi dello Stato: è necessario anche liberare nuove idee. Se le ricette presentate ieri passano da una conoscenza vera e approfondita dei luoghi, da una riappropriazione che è anzitutto intima prima di divenire operativa e costruttiva, uno sguardo va anche alle tante intelligenze che hanno lasciato l’Isola e che potrebbero, se vi fossero le condizioni, tornare e mettere a frutto nei diversi settori le esperienze maturate all’estero: una prospettiva che va costruita attraverso progetti mirati, nella consapevolezza che occorre fare tutti uno sforzo per trovare soluzioni ai problemi che affliggono ciascuna comunità. E poi c’è quella che il presidente dell’associazione Fausto Mura ha definito la vera infrastruttura da costruire: la fiducia. Se la crisi attuale è reale, essa può trasformarsi in opportunità: anche, come ha ribadito il vincitore del Premio Tirrenia Luca Pirisi, cambiando la narrazione dei territori, focalizzandosi sui dati, cercando le informazioni e leggendovi dentro le opportunità da cogliere. All’incontro hanno partecipato numerosi amministratori, tra cui il sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana, la sindaca di Fonni Falconi, il sindaco di Macomer Antonio Succu, quello di Silanus Gianpietro Arca e la sindaca di Birori Silvia Cadeddu: ancora una volta gli appuntamenti organizzati dalla Nino Carrus si confermano come importanti occasioni di riflessione e stimolo per la ricerca di soluzioni.

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