La Nuova Sardegna

Nuoro

S’ena e sa chitta, accordo tra Comune e proprietari

di Paolo Merlini
S’ena e sa chitta, accordo tra Comune e proprietari

Dopo un anno e 70 milioni di litri in mare saranno riparate le perdite della rete Oggi un’ordinanza sindacale che sollecita Abbanoa a ripristinare l’erogazione

16 gennaio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A SINISCOLA. Erano almeno cinquanta i proprietari delle case di S’ena e sa chitta che ieri hanno occupato simbolicamente la sala consiliare di Siniscola. Una presenza pacifica, la loro, anche perché sono per larga parte pensionati, in prevalenza nuoresi, che con sacrificio hanno costruito quarant’anni fa le proprie abitazioni per le vacanze, costituendosi in cooperativa e contribuendo a preservare uno dei luoghi più suggestivi della costa baroniese. Da mercoledì l’ex borgata, da due anni a tutti gli effetti una frazione di Siniscola, è senz’acqua, dopo il rimpallo di responsabilità sulla proprietà della rete idrica. Lo scorso dicembre il Comune ha disdetto il contratto con Abbanoa per il contatore master, quello che alimenta l’intero villaggio, venendo meno all’impegno assunto dalla precedente giunta, che aveva acquisito a titolo gratuito dalla coop in liquidazione tutte le opere di urbanizzazione del villaggio, rete idrica compresa.

Le maxi bollette. Il problema è che la rete in questi due anni di gestione pubblica ha portato alla luce, letteralmente, una notevole dispersione d’acqua, con perdite via via più evidenti, pari a circa settanta milioni di litri, che Abbanoa ha fatto ricadere, più che sul Comune, sui 286 ex soci della cooperativa, che si sono visti recapitare bollette da mille euro ciascuno in media per case utilizzate uno o due mesi l’anno. Bollette che nella stragrande maggioranza sono state impugnate dagli utenti. Da qui la chiusura dei contatore master, mercoledì scorso.

Primi spiragli. Dopo l’incontro di ieri, in particolare grazie alla mediazione del vice sindaco Marco Fadda, in questa vicenda si comincia a intravedere una soluzione, che necessita di alcuni passaggi. Il primo è che saranno riparate le due grosse perdite affioranti, una dallo scorso febbraio, l’altra da giugno, che nessuno – né la cooperativa S’ena e sa chitta, né il Comune, né Abbanoa – si era azzardato a toccare per paura di farsi carico della rete da quel momento in poi. Se ne occuperà il Comune, di concerto con la coop, e così con poche migliaia di euro si porrà rimedio a una dispersione che, soltanto sino allo scorso luglio, è stata valutata dal gestore Abbanoa in 300mila euro. Una volta riparate le perdite, resta un problema per nulla marginale: nella rete non c’è acqua. A questo problema (grave in particolare per la ventina di proprietari che risiedono tutto l’anno a S’ena e sa chitta) dovrebbe rimediare il secondo passaggio dell’accordo raggiunto ieri al termine dell’incontro: un’ordinanza sindacale in cui si manifesta l’esigenza di ripristinare il servizio idrico nella frazione in tempi brevissimi. Un chiaro messaggio ad Abbanoa, che ha letteralmente le chiavi della condotta, ma anche a Egas, l’ente regionale proprietario delle risorse idriche dell’isola, affinché si faccia carico della rete in tempi brevi e la affidi al gestore Abbanoa.

Stime differenti. Tra i due enti c’è un braccio di ferro sui fondi necessari per rimettere in sesto questa rete (e quelle delle altre borgate marine dell’isola): per Abbanoa, che vorrebbe sostituire interamente le tubazioni in Pvc con le più moderne in ghisa sferoidale, servono un milione 200mila euro; per Egas ne basterebbero in realtà molti meno, forse “appena” 300mila. Ieri mattina il Comune si è impegnato a coinvolgere l’assessorato regionale ai lavori pubblici per uno stanziamento straordinario in questo senso, mentre lo stesso Comune e la coop, rappresentata dal presidente e oggi liquidatore Salvatore Pala, solleciteranno Egas affinché prema ancora su Abbanoa perché abbassi le proprie pretese. E al gestore idrico si chiederà una nuova verifica tecnica, congiunta stavolta con il Comune e la coop, per stabilire il grado di funzionalità della rete. Tutto a posto? È ancora presto per dirlo, ma forse la strada intrapresa ieri è quella buona.



Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative