La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro capitale della cultura, anche Fois e Murgia a Roma per l'audizione al ministero

Paolo Merlini
Nuoro capitale della cultura, anche Fois e Murgia a Roma per l'audizione al ministero

Parla il coordinatore del dossier per la candidatura 2020: «Davanti alla commissione ci saranno anche i due scrittori» 

21 gennaio 2018
4 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Il sindaco Andrea Soddu la paragona a un esame universitario, mentre Massimo Mancini, coordinatore del gruppo di lavoro che ha scritto il dossier Nuoro 2020, pensa che sarà simile alla presentazione di una tesi di dottorato, forse anche perché lui quella prova l’ha già affrontata, qualche anno fa, quando Cagliari era in corsa per il titolo di capitale europea della cultura 2019, titolo poi assegnato a Matera. L’appuntamento per l’audizione è a Roma, al ministero dei Beni culturali, in un giorno che deve essere ancora stabilito e comunque tra il 5 e l’8 febbraio (la città vincitrice sarà comunicata il 16). Mezz’ora di presentazione del dossier, e poi un’ora sotto il fuoco di fila delle domande della commissione giudicante, alle quali risponderanno il sindaco, Mancini e altri otto rappresentanti della città.

Chi saranno i testimonial?

«Sicuramente Marcello Fois, non solo perché è uno scrittore nuorese di notorietà internazionale, ma perché ha lavorato attivamente al dossier. Spero anche Michela Murgia, che pur non essendo nuorese in questi mesi è per tutti la Deledda, con il ruolo di attrice protagonista in “Quasi Grazia”. In quei giorni sarà a Roma e ci piacerebbe averla con noi. Per il resto la lista è tutta da completare, e non parlerei di testimonial, perché la commissione, parlo per esperienza, guarda molto alla sostenibilità dei progetti. A partire per esempio alle infrastrutture».

Nuoro è tra le prime dieci città classificate su un totale di 31. Comunque vada a finire, significa che il vostro progetto è piaciuto.

«Be’ ritengo di sì, se siamo passati anche davanti a città poi escluse che avevano puntato molto come Cuneo o Teramo, vuole dire che la commissione ha valutato che avessimo le carte in regola».

Cosa ha premiato il vostro lavoro?

«Sicuramente il coraggio di vedere le potenzialità del territorio e la scelta di utilizzare la cultura come mezzo per trovare le soluzioni di sviluppo e di riscatto. Non abbiamo messo la polvere sotto il tappeto, per intenderci, nascondendo i problemi del territorio, ma abbiamo indicato nella cultura una via per superarli. E poi il senso di una comunità che si unisce per un obiettivo: in questo senso “sa paradura”, l’aiuto dei pastori verso chi è in difficoltà, è insieme un simbolo e una metafora efficace».

Come si svolge l’audizione?

«Nella prima mezz’ora si tiene la presentazione, che può essere accompagnata anche da contenuti multimediali. Insieme con il sindaco possono partecipare altre nove persone al massimo. La seconda fase, che dura un’ora, prevede domande e richieste di chiarimenti. Il procedimento di quest’anno comunque è nuovo rispetto a quello al quale ho partecipato con la candidatura di Cagliari. È pur vero che allora avevamo di fronte una commissione europea. Diciamo che nella seconda fase viene verificata la sostenibilità dei progetti sul tavolo. Faccio un esempio: se io dico farò una stagione di opera lirica, ma non ho un teatro lirico, è evidente che la mia proposta è irrealizzabile. C’è molta attenzione per le infrastrutture, per esempio».

Le attuali infrastrutture ma anche quelle potranno essere realizzate, per esempio con i fondi regionali promessi da mesi che il sindaco continua a sollecitare.

«Indubbiamente. Poi c’è l’aspetto della legacy, cioè il lascito di un’iniziativa di questo tipo, e cioè l’intenzione di ridisegnare la città su basi culturali».

Lei crede che il futuro di Nuoro sia in questa direzione?

«Per me la cultura è uno dei soggetti del cambiamento di una città. Una città cambia e si migliora se più soggetti intervengono e interagiscono in questo processo. Non parlo di semplice intrattenimento, è ovvio, per quello c’è la tv. Non è neppure lo spettacolo la sera a teatro, ma quello che succede prima. Guardiamo al Man, per esempio, che resta un’esperienza nuorese irripetibile e non solo in Sardegna. Qui trovo un punto di forza che altrove non c’è, e cioè la possibilità di integrare l’urbano con il rurale. Lo si nota nella quotidianità. Insieme con un’identità, una specificità rara altrove. Ecco, credo che il coraggio del nostro progetto sia in questo, nell’aver sottolineato l’originalità e l’unicità di questo territorio, senza fare il verso a nessuno».
 

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative