La Nuova Sardegna

Nuoro

La donna che ha osato sognare in grande

Luciano Piras
Alessandra Corrias
Alessandra Corrias

Alessandra Corrias ha lanciato per prima l’idea della candidatura: «Comunque vada abbiamo già vinto la scommessa»

22 gennaio 2018
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NUORO. «Sognavo che Nuoro imparasse a sognare, e sta succedendo davvero. Qualunque sia il verdetto finale, questa città ha già vinto la sua scommessa». Ha un sorriso largo così e una carica vitale contagiosa, Alessandra Corrias, classe 1979, nuorese per nascita e per scelta. Giornalista, blogger, saggista: è lei che poco meno di quattro anni fa ha tirato fuori la “folle” intuizione di mettere a correre Nuoro per conquistare il podio di Capitale europea della Cultura 2033. Poi, a conti fatti, era meglio anticipare i tempi di tredici anni e puntare sul titolo di Capitale italiana della Cultura 2020. «L’idea è nata nel 2014, un anno di notevole fermento – ricapitola la stessa Corrias –: mancava poco alle elezioni amministrative e nell’aria si respirava un grande interesse per ciò che sarebbe stato di Nuoro. Io ero reduce dalla candidatura alle regionali (con La Base per Francesco Pigliaru presidente, ndr) che mi aveva dato visibilità, per cui talvolta venivo chiamata a esprimere le mie idee per il futuro della città».

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Laurea in Sociologia a Roma, tornata nell’isola per fare di Nuoro il baricentro attorno a cui costruire il suo futuro, Alessandra Corrias ricorda bene che «il primo a chiedermi di mettere nero su bianco la mia visione, fu Giacomo Mameli: era il marzo del 2014 quando il suo mensile Sardinews pubblicò un mio articolo in cui chiedevo, in buona sostanza, perché Cagliari si potesse candidare Capitale europea della Cultura e Nuoro non ne avesse invece il coraggio». «La primissima che ha sognato con me è stata Margherita Denti»: nuorese appassionata di Nuoro pure lei, esperta di social e fotografia. «In quella pagina di Sardinews – va avanti Corrias – elencai molti dei motivi per cui l’Atene sarda, secondo me, aveva tutte le carte in regola per ambire a quel grande traguardo». E aggiunge: «Nel novembre dello stesso anno, fui invitata a intervenire a un convegno dal titolo “In viaggio per la mia città”. Fu lì che lanciai pubblicamente e per la prima volta la proposta: Nuoro candidata Capitale europea della Cultura per il 2033». Curatrice del “Diario segreto” di Roberto Deriu (sottotitolo: “Nuoro dietro le quinte 2000-2003”), tre anni fa Alessandra Corrias disse che a Nuoro la cultura «è come una grossa eredità, un capitale tenuto sotto il materasso, e che bisognava decidere come metterlo a frutto».

Disse «che l’unico metodo per trasformare questa cultura in ricchezza sarebbe stato quello di porsi un obiettivo ambizioso, grande, a lungo termine. In poche parole, avere un sogno da realizzare. Nuoro non era abituata a sognare, ma quando il sogno è grande, tutte le azioni ad esso finalizzate sono conseguenti. E per me un esempio di obiettivo ambizioso era proprio la candidatura a Capitale europea della Cultura: non importava che la scadenza fosse lontana, l’importante era mettere in moto un meccanismo collettivo che desse speranza alla città».

Autrice de “I Cantastorie. Nuoro e l’associazione degli industriali negli anni ‘80” (con Remo Berardi), Corrias ha persino indicato la via concreta da percorrere per realizzare il sogno. Disse «che tutto ciò sarebbe stato possibile solo grazie a un progetto ben fatto e a una guida politica in grado di segnare la strada. Queste due cose si sono verificate, grazie al lavoro di molte altre persone. Un’idea, per quanto buona, resta tale se non c’è qualcuno che la realizzi – sottolinea –: e la storia dice che quell’intuizione è stata trasformata in un processo concreto dal lavoro del Comune e in particolare di Sebastian Cocco (vice sindaco e assessore della Cultura, anche lui de La Base, ndr) che ha saputo far sentire protagonisti tutti i nuoresi e persino i Comuni dell’intero territorio. Un pragmatismo che ha avvicinato l’obiettivo, scommettendo direttamente sulla candidatura italiana per il 2020». All’amministrazione capitanata dal sindaco Andrea Soddu, agli autori del dossier, «ma soprattutto alle migliaia di cittadini che stanno partecipando a questa scommessa, va la mia ammirazione perché è proprio così che speravo sarebbero andate le cose» chiude la donna che per prima ha osato sognare in grande il futuro prossimo di questa città: Nuoro.


 

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