La Nuova Sardegna

Nuoro

Mostre e incontri a scuola per ricordare la Shoah

di Valeria Gianoglio
Mostre e incontri a scuola per ricordare la Shoah

E gli emigrati a Torino dedicano una “pietra d’inciampo” al deportato Vacca Moncelsi (Istasac): «Il nostro obiettivo è la ricerca e tenere viva la memoria»

22 gennaio 2018
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NUORO. Mostre bibliografiche, rappresentazioni teatrali, conferenze e incontri nelle scuole: è cominciato dal weekend appena trascorso e si concluderà solo all’inizio di febbraio, il ciclo di iniziative organizzate dall’Istasac, l’istituto sardo per la storia dell’antifascismo e dell’età contemporane nella Sardegna centrale, con la collaborazione di Bocheteatro e alcuni comuni del territorio, per il Giorno della memoria che è stato istituito da diversi anni per ricordare le vittime del nazifascismo durante la seconda guerra mondiale.

Tra tante iniziative che avranno come sfondo Nuoro e diversi paesi della provincia, ce n’è anche una, invece, che si svolge fuori dai confini dell’isola ma che con la Sardegna, in realtà, ha un legame molto stretto. E per due ragioni: la organizza l’associazione dei sardi a Torino “Antonio Gramsci” con il coinvolgimento dell’Istasac, con i suoi rappresentanti, il direttore Aldo Borghesi e la presidente Marina Moncelsi, e ricorda la storia di un avvocato di Ovodda, Giovanni Antonio Vacca, deportato a Dachau e morto a Buchenwald nel ’44.

Il 15 gennaio dell’anno scorso, a Torino, grazie all’iniziativa dell’associazione dei sardi “Gramsci”, davanti alla casa torinese di Vacca, in piazza Amedeo Peyron, era stata sistemata una “pietra d’inciampo”. Le “pietre d’inciampo” (Stolpersteine) sono pietre-monumento ideate e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare le vittime della deportazione nazista e fascista. Se ne trovano tante non solo a Torino, ma anche a Roma e a Praga.

«La pietra dedicata a Giovanni Antonio Vacca – spiega Enzo Cugusi, dell’associazione sardi a Torino – è stata posta nel 2016 è una delle prime in ricordo di un oppositore politico, l'unica per un sardo. Giovanni Antonio Vacca non aveva fatto un colpo di testa ma era in contatto con gli antifascisti torinesi tra cui Valdo Fusi, era vicino a Giustizia e Libertà. Nel Palazzo di Giustizia di Torino una grande lapide lo ricorda assieme agli altri avvocati torinesi uccisi dai nazifascisti Noi dell’associazione dei sardi “Gramsci” abbiamo, da due anni, adottato la Pietra, ogni tanto la lucidiamo, e poi non potevamo, dati i tempi, rimanere indifferenti di fronte a un tale atto di coraggio compiuto per la difesa della libertà». Il 28 gennaio i sardi a Torino renderanno di nuovo omaggio alla “pietra d’inciampo” di Giovanni Antonio Vacca nel corso di una piccola cerimonia.

«Le pietre d’inciampo – spiega la presidente dell’Istasac, Marina Moncelsi – sono, come tutte le iniziative che abbiamo messo in campo quest’anno per la Giornata della memoria, sono iniziative per tenere vivo il ricordo di quei fatti e delle persone che c’erano dietro. Come Istasac, da tempo ci occupiamo di fare ricerca storica e di scavare negli archivi di Stato e non solo per ricostruire le storie di tanti sardi internati militari o deportati nei campi di sterminio. La ricerca su Vacca, ad esempio, l’ha curata qualche anno fa il direttore dell’Istasac, Aldo Borghesi, dopo aver scavato a lungo nell’Archivio di Stato di Torino. Ma sono ancora tante, le storie dei sardi da ricostruire. Noi vogliamo che non vadano perdute ma che restino vive».

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