La Nuova Sardegna

Nuoro

Emergenza pastorizia la solidarietà dei sindaci

di Giulia Serra
Emergenza pastorizia la solidarietà dei sindaci

I rappresentanti dell’Unione dei Comuni hanno fatto il punto sulla protesta Arca (Silanus): capisco le ragioni ma non è giusto restituire le schede elettorali

01 febbraio 2018
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MACOMER. Un comparto in fortissima sofferenza e un territorio che decide di non voltare la faccia: il grido di dolore alzatosi dal mondo delle campagne ha raggiunto le stanze delle istituzioni pubbliche locali. Con una seduta straordinaria dell'assemblea dei sindaci indetta dal Presidente Antonio Succu, l'Unione dei Comuni del Marghine ha affrontato e discusso il tema all'ordine del giorno in tutte le comunità del centro dell'isola, ossia le istanze e le proteste dei pastori e degli agricoltori che, sfiancati da un'annata terribile e risucchiati in un vortice infernale a causa dei ritardi insostenibili dei premi, hanno scelto di rinunciare al diritto di voto. Dopo aver incassato il sostegno e l'appoggio praticamente di tutti i sindaci, i pastori del Marghine e la loro protesta entrano d'imperio al centro dell'attenzione anche dell'ente sovracomunale: il territorio non si può permettere infatti di perdere i pezzi di quella economia reale e fortemente radicata che ha retto al crollo del sogno industriale confermandosi come base solida delle comunità.

Ad una crisi strutturale deve però corrispondere una analisi dettagliata della complessa situazione e questa è stata la priorità della riunione svoltasi a Macomer, perché l'obiettivo è quello di rafforzare la protesta delle campagne portando all'attenzione della politica regionale le istanze declinate in maniera propositiva. «Oltre la contestazione, che è assolutamente comprensibile, occorre fare il passo della proposizione – dice la sindaca di Bolotana Annalisa Motzo – Questo non è stato fatto dal mondo agricolo, ma ancora meno da chi li rappresenta, ossia le associazioni di categoria, né dalla politica regionale e nazionale. Tutti quanti dobbiamo metterci la mano sulla coscienza e chiederci perché siamo di fronte a questo cortocircuito tra chi lavora e chi rappresenta questi lavoratori. Qual è – specifica la sindaca - l'azienda agricola che può reggere se per tre anni non gli viene riconosciuta l'indennità compensativa, che ovviamente gli spetta, se quei fondi dovuti vengono spostati ed usati per pagare la siccità e si, infine, ci si ritrova a fronteggiare il crollo del prezzo del latte, quindi con una produttività pari a zero?». Una domanda retorica ovviamente, che traccia i contorni di quel peso caricato sulle spalle di chi lavora in agricoltura.

I sindaci riuniti in assemblea sono entrati nel merito della complessità dei problemi, preferendo non prendere però una posizione specifica rispetto alla modalità di lotta intrapresa dai pastori: «In qualità di amministratore non me la sento di restituire la scheda elettorale – dice il sindaco di Silanus Gian Pietro Arca – non biasimo però chi ha scelto di farlo e sostengo le ragioni della protesta. Rinunciare ad un diritto politico per ragioni economiche fa emergere tutta la gravità della situazione in cui versa il comparto. Nel mio Comune le aziende agricole sono un centinaio e rappresentano una parte essenziale della nostra economia. Dobbiamo spenderci per trovare delle soluzioni attraverso il dialogo ed il confronto». Una posizione diversa da quella assunta dal collega di Dualchi Ignazio Piras che, insieme con tutta la sua giunta, ha deciso di unirsi al non voto dei suoi concittadini riconsegnando le schede elettorali. Modalità di sostegno diverse alla vertenza anche all'interno della stessa Unione dei Comuni, ma un unico obiettivo da raggiungere: richiamare la politica alle sue responsabilità e ridare forza ad un settore strategico come quello agricolo.

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