La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, muore a 96 anni e perde il diritto al loculo

di Stefania Vatieri
Nuoro, muore a 96 anni e perde il diritto al loculo

Il Comune l’ha privata della tomba che aveva acquistato accanto al marito. Il direttore del cimitero: «Cambiando residenza è venuta meno la concessione» 

08 febbraio 2018
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NUORO. Aveva progettato il proprio funerale nei minimi dettagli: dai vestiti che avrebbe indossato al colore della bara. Fino alla scelta del loculo nel cimitero nuorese, che avrebbe ospitato le sue spoglie accanto al marito. Ma soprattutto all'amato figlio, scomparso nel pieno della vita. L'ultimo saluto tzia Nicolina Carta, deceduta il 30 gennaio alla veneranda età di 96 anni, lo aveva immaginato così: avvolta dall'affetto di figli, nipoti, amiche e conoscenti, nella chiesa che per oltre ottant'anni aveva frequentato e servito, la Cattedrale, con l'unico grande desiderio di riposare a Sa ’e manca accanto ai suoi cari ormai scomparsi.

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«Ma purtroppo così non è stato – racconta con amarezza Adriana Carta, una delle nipoti della donna –. A mia nonna è stato negato il diritto di poter essere sepolta nella sua città come meglio credeva e voleva. Il giorno in cui è venuta a mancare abbiamo dovuto sopportare, oltre il dolore della grave perdita, anche la notizia che il loculo di mia nonna era stato requisito da tempo e già occupato da un'altra salma».

Ma la doccia fredda per i sette figli della donna e per i suoi affezionati nipoti è arrivata quando, contattata la direzione del cimitero nuorese, gli è stato comunicato che l'unica strada percorribile affinché la donna potesse essere accolta nel cimitero della sua città sarebbe stata la cremazione e il conseguente trasferimento dell'urna cineraria nel loculo del figlio.

«Quel giorno ci è crollato il mondo addosso perché abbiamo capito che non avremmo potuto far valere le ultime volontà di mia nonna – dice Adriana Carta – . C’è stato vietato espressamente di riportare il feretro in città per poter celebrare il funerale nella sua chiesa circondata da parenti, amici e vicini di casa del rione Monte Jaca, dove mia nonna aveva abitato per oltre ottant'anni».

Costretti dunque dalla fredda burocrazia che regola le sepolture nel capoluogo barbaricino, i familiari di tzia Nicolina Carta hanno dovuto far celebrare il funerale in una chiesa di Porto Torres. «Qui mia nonna è rimasta ospite nella cappella per ben sei giorni, in attesa di essere portata al forno crematorio di Olbia e quindi a Nuoro. Il nodo della triste vicenda sta nel fatto che mia nonna da qualche anno era stata portata a Porto Torres per poter essere accudita meglio da una figlia che abita lì – prosegue nel racconto Adriana Carta –. All'epoca un funzionario del Comune di Nuoro ci consigliò di cambiare la residenza di mia nonna per poter godere appieno delle prestazioni sanitarie».

Una scelta però che nei fatti ha privato del diritto alla sepoltura nella sua città la povera defunta, almeno secondo il regolamento di polizia mortuaria del cimitero nuorese che due anni fa alla luce di una sempre più crescente emergenza dei loculi ha aggiunto al regolamento una postilla che dà priorità ai residenti nel capoluogo barbaricino.

«Capisco il dolore provato dai parenti della signora – sottolinea Nino Gaddeo, direttore del cimitero di Sa 'e manca— ma la revoca delle concessioni dei loculi e la scelta di dare priorità ai residenti nuoresi è stata l'unica strada percorribile per garantire agli oltre 38mila residenti della città il diritto di sepoltura».
 

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