La Nuova Sardegna

Nuoro

Trichinellosi, il medico: ok solo a carni certificate

di Valeria Gianoglio
Trichinellosi, il medico: ok solo a carni certificate

L’ex primario di Malattie infettive, Mesina, fu il primo a diagnosticare il morbo «Per evitare rischi, bisogna evitare prodotti dei quali non si conosce l’origine»

09 febbraio 2018
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NUORO. «L’emergenza non è ancora finita. Per evitare il rischio, bisogna evitare di comprare le carni delle quali non si conosce con sicurezza la provenienza. Perché altrimenti, le probabilità di contrarre il morbo aumentano». Pietro Mesina, ex primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Francesco, è stato il primo medico in Sardegna ad aver diagnosticato nell’uomo la trichinellosi, la malattia che contrae chi mangia la carne degli animali infettati dalla peste suina. Erano gli ultimi giorni del 2015, e un’intera famiglia di Orgosolo, era stata ricoverata all’ospedale di Nuoro con un discreto numero di sintomi che fino a quel momento nessuno aveva saputo decifrare con esattezza.

O ricondurre a una malattia precisa. I cinque componenti della famiglia di Orgosolo arrivati al San Francesco alla fine del 2015, avevano tutti una forte nausea, dolori muscolari e febbre. Sintomi che spesso, come spiega l’ex primario, spesso possono essere ricondotti a una semplice influenza. A Mesina, tuttavia, non ci volle molto per capire che si trattava di ben altro, e di molto più complicato: si trattava di trichinella. «Lo avevano accertato gli esami diagnostici che avevamo disposto allora – racconta oggi, il medico nuorese – poi, scavando un po’ nella storia di quei giorni, della famiglia di Orgosolo, avevamo scoperto che avevano contratto la trichinella dopo aver mangiato alcune salsicce fresche. Da allora, erano sorti i problemi, quei sintomi che lamentavano e che poi li avrebbero portati al ricovero da noi all’ospedale San Francesco».

Da allora, dalla fine del 2005, tuttavia, ciclicamente, il rischio si ripresenta in modo più acuto del solito perché è collegato in modo diretto ai nuovi focolai di peste suina che vengono scoperti dagli esperti e dal team della Regione. E l’ex primario di Malattie infettive, anche in questi giorni, ne sta seguendo gli sviluppi, seppur da distanza e non più nelle vesti di professionista della medicina.

«Si tratta di un problema grosso, da affrontare – spiega Mesina – un problema complesso che riguarda non solo la sanità ma anche la veterinaria, la politica, la medicina. E per risolvere la questione bisogna che tutti questi aspetti interagiscano tra loro».

«Certo è che – continua l’ex primario – l’unico modo per evitare rischi, è quello di mangiare carni sane. E per carni sane intendo carni sarde che provengano da allevamenti certificati o che abbiano comunque una provenienza certa. Le altre carni, le carni non controllate, invece sono a rischio».

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