La Nuova Sardegna

Nuoro

Mamoiada dà lo sprint alla Capitale 2020

di Luciano Piras
Mamoiada dà lo sprint alla Capitale 2020

MaMuMask, il primo Festival internazionale delle maschere. Paffi: «La cultura è il nostro elemento trainante»

11 febbraio 2018
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INVIATO A MAMOIADA. «È un’occasione unica per tutto il territorio». Mario Paffi non ha mai avuto dubbi: «La cultura è l’elemento trainante per lo sviluppo locale», dice. Così, se Nuoro corre per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2020, «a mettersi in gioco è anche Mamoiada». Perché Nuoro è Mamoiada, Mamoiada è Nuoro, come pure l’intero circondario e viceversa. «Una sola rete» sottolinea ancora Paffi. Classe 1970, laurea a Sassari in Scienze politiche, è presidente e coordinatore di Viseras, la cooperativa che gestisce il MaMu, acronimo di Mamoiada Musei, il sistema che comprende il Museo delle maschere mediterranee, il Museo della cultura e del lavoro e il Museo dell’archeologia e del territorio. Tre nomi per un’unica realtà, un’eccellenza che soltanto l’anno scorso ha staccato 22mila biglietti di ingresso.

«Il Museo delle Maschere – sintetizza lo stesso Paffi – ha attirato in questi anni un numero crescente di persone che hanno creato a Mamoiada un indotto estremamente significativo, anche grazie all’incessante lavoro di promozione e di valorizzazione delle maschere svolto dall’associazione turistica Pro loco. Visti i risultati ottenuti – annuncia il presidente di Viseras – abbiamo pensato di organizzare assieme alla Pro loco un evento internazionale con cadenza annuale, il MaMuMask Festival, che possa dare ulteriore visibilità al territorio e che lo faccia diventare un polo di attrazione legato alla “maschera” quale essenziale e particolare strumento di comunicazione e di socialità che ha accompagnato la storia dell’umanità fin dai tempi più remoti».

L’appuntamento è già fissato per i prossimi 15, 16 e 17 giugno. «MaMuMask è un Festival internazionale sulle maschere, incentrato sul loro significato nel mondo passato e in quello contemporaneo, sotto il profilo antropologico, psicologico, estetico, simbolico, ma anche un luogo di convivialità e socialità, un modo per confrontarsi, incontrarsi, stare insieme» spiega Rita Mele, anche lei della cooperativa Viseras, mamoiadina classe 1976, laureata a Sassari in Lingue e letterature straniere, guida turistica e referente dei servizi didattici del MaMu. Nato dall’entusiasmo dei soci della cooperativa Viseras e dei soci della Pro loco, «accomunati dal desiderio di proiettare le maschere oltre l’isola, il progetto vuole creare un evento che unisca le energie e le passioni di molti – aggiunge Mele –, per conquistare un pubblico sempre più ampio e attento, fatto di appassionati, studiosi e addetti ai lavori ma anche e soprattutto di persone comuni, turisti, viaggiatori, curiosi e giramondo, “nomadi culturali” che attraverso la loro visita al Festival potranno vivere un’esperienza gratificante, coinvolgente dal punto di vista emotivo, originale per i contenuti offerti».

L’obiettivo della manifestazione è presto detto. Lo descrive Gianluigi Paffi, due anni più grande del fratello Mario, anche lui laureato a Sassari, in Scienze naturali. Guida escursionistica oltre che guida museale, dice che il MaMuMask Festival punta a «fare in modo che il patrimonio culturale costituito dalle tradizioni locali e dalle maschere mediterranee, e con esso il patrimonio ambientale, sia maggiormente conosciuto e valorizzato, oltre che a livello regionale, anche nella penisola, presso i turisti e visitatori che avanzano una domanda di cultura, e presso organi e istituzioni di carattere scientifico e culturale». «La periodicità del Festival – spiega ancora Gianluigi Paffi – consentirà una crescita considerevole della qualità degli scambi, delle comunicazioni, degli studi collegati alle maschere mediterranee ed alle tradizioni popolari. Questo risultato riguarderà tanto la qualità e la competenza della domanda, quanto la qualità e l’organizzazione dell’offerta sul territorio». Territorio, appunto: una parola che si ripete e che può essere decisiva per vincere la sfida culturale di Nuoro e di tutto il Nuorese.

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