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Nuoro

Cultura e impresa, l’onda delle startup a Nuoro 2020

Paolo Merlini
Cultura e impresa, l’onda delle startup a Nuoro 2020

Dietro la candidatura il lavoro di associazioni formate da giovani tra 20 e 30 anni. La collaborazione con il Comune, dall’agenzia Inoke alle ragazze di MarraNu

14 febbraio 2018
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NUORO. Piccole startup crescono sull’onda della candidatura di Nuoro 2020. In realtà non sono tutte startup nel senso stretto del termine, perché alcune sono associazioni con finalità prettamente culturali, mentre altre sono realtà imprenditoriali costituite da giovani che operano da qualche anno e si sono già ritagliate uno spazio di mercato. Sono comunque accomunate dall’età dei protagonisti di questa piccola rivoluzione cittadina, generalmente dai 25 ai 35 anni, e dal fatto che sono per la maggior parte composte da laureati, spesso con esperienze di studio o di lavoro all’estero. Un altro punto in comune è il richiamo, in chiave per così dire postmoderna, all’identità: non a caso società e associazioni hanno tutte nomi in sardo, fortemente evocativi, autoironici in qualche caso quando pescano da tipici intercalare del lessico quotidiano nuorese.

Inoke è certo la più importante, e anche la veterana della scena. È un’agenzia di comunicazione e marketing che vanta già cinque anni di esperienza nei settori più diversi: ha curato campagne che vanno dalla politica (Sardegna Possibile) all’agroalimentare (Mannalita), sino al credito (Sardex) e il turismo (Sardinia Travel Group). Lo stesso Comune di Nuoro ha affidato a Inoke la gestione della comunicazione di Nuoro 2020 sotto il profilo social: dal sito internet, che ha appena raggiunto 500mila contatti, alla pagina Facebook e l’account Instagram. L’identità linguistica e culturale ha molta importanza per i soci di Inoke. A partire dal nome scelto, quel “proprio qui” che rivendica un’appartenenza geografica e culturale a Nuoro e la Sardegna. Un concetto ribadito dallo slogan “Claim you identity” (rivendica la tua identità) sull’home page del sito della srl (in tre lingue: sardo, italiano e inglese). Inoke, sede luminosa e iperconnessa in viale Europa, è guidata da Federica Serra, grafica diplomata all’Isia di Urbino, una dei 100 “digital champion” che nel 2014 furono scelti in tutta Italia come ambasciatori dell’innovazione. È lei l’amministratore di Inoke, ma precisa subito che nell’agenzia «vige una gerarchia orizzontale». Piena sintonia dunque con gli altri soci fondatori Luigi Cocco, Manuel Persico e Pasquale Cadoni, e con chi si è aggiunto al team successivamente: Matteo Ruggiu, Antonio Cadoni e Federica Carta. Attualmente ci sono anche due tirocinanti, Federica Zanda e Rossella Pinna.

MarraNu è una nuovissima associazione culturale, per quattro quinti al femminile. Oltre alla leader Giulia Nieddu, archeologa, ne fanno parte Bettina Amatori, grafica, Grazia Brocca, insegnante, Chiara Chierroni, etnomusicologa, e Francesco Delogu, dentista con la passione per l’arte. Organizzano eventi culturali, fanno animazione (come all’ultima Notte dei ricercatori), hanno un progetto inserito nel dossier Nuoro 2020 presentato dal Comune al ministero della Cultura. Giulia Nieddu era tra i testimonial di Nuoro capitale della cultura che hanno partecipato all’audizione al Mibact il 5 febbraio scorso. Il nome MarraNu deriva dalla più classica esortazione di sfida, benevola ma non sempre, della parlata nuorese.

Così anche Betistoria, altro intercalare frequente in particolare tra le giovani generazioni. L’associazione nasce nel 2016 con la pubblicazione della graphic novel La danza dei corvi, che l’illustratore Manuelle Mureddu ha tratto dal Giorno del giudizio di Salvatore Satta. Sono seguiti altri progetti simili dedicati a Grazia Deledda, Francesco Ciusa e Sebastiano Satta. Proprio a Betistoria il Comune ha affidato alcuni eventi delle celebrazioni del 150esimo anniversario del nascita del poeta nuorese. Mureddu ha inoltre realizzato un’illustrazione per il dossier Nuoro 2020. Fanno parte dell’associazione Maurizio Brocca, illustratore, Giovanni Gusai, grafico, scrittore e sceneggiatore, Gabriella Mureddu, che si occupa dell’organizzazione. Gusai è l’autore di brevi racconti che vengono pubblicati nel sito Nuoro 2020.

Anche Tambene si ispira alla lingua sarda (significa Magari!). Nasce un anno fa su iniziativa di un gruppo eterogeneo di giovani mossi dal desiderio «di progettare insieme alla comunità un futuro migliore per il nostro territorio – come scrivono nella loro presentazione –. La sfida è riconoscere e dare valore a tutte le risorse locali e ripopolare Nuoro di giovani imprenditori. Vogliamo trovare soluzioni sostenibili basate sull'economia circolare, tramite il coinvolgimento attivo dei cittadini». Hanno formazioni e professioni diverse e non tutti vivono a Nuoro. Sono Sebastiano Pirisi, designer, Marcello Demeglio, ingegnere gestionale, Viviana Are, architetto, Giovanni Gusai (vedi Betistoria), Nicola Mascia, organizzatore di eventi, Matteo Capelli, studente universitario, Pietro Sanna, allenatore di basket.

Ultima ma non certo per importanza la storica associazione culturale Madriche, specializzata in eventi culturali che vanno dall’arte alla fotografia, di casa al Seuna Lab dove operano tra gli altri Pasquale Bassu, Mariana Ogana, Fabrizio Ortu e il fondatore Vincenzo Grosso.

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