La Nuova Sardegna

Nuoro

Diga Maccheronis, acqua in mare tra polemiche e interrogazioni

di Sergio Secci
Diga Maccheronis, acqua in mare tra polemiche e interrogazioni

Torpè, l’assessore regionale ai Lavori pubblici ha convocato per lunedì un incontro a Cagliari La consigliera Daniela Forma (Pd) ha presentato un’interrogazione al presidente Pigliaru

17 febbraio 2018
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TORPÈ. Circa 400mila metri cubi riversata giornalmente in mare dalla diga del Maccheronis. Se si considera che per tutta la stagione estiva dalla costa di Siniscola sino a quella di San Teodoro per usi potabili ne servono circa sei milioni di metri cubi, si ha un idea delle risorse sprecate in una zona che d’estate, è costretta a subire pesanti razionamenti a scopi agricoli. Dopo le proteste del presidente del Consorzio di bonifica Ambrogio Guiso e dei sindaci di Posada e Torpè, grazie anche alla mediazione del prefetto di Nuoro, l’assessore ai Lavori pubblici regionale Edoardo Balzarini ha convocato per lunedì una riunione a Cagliari. In quella sede, sarà preso in esame il piano di laminazione della diga in relazione alla prevista istallazione della strumentazione idropluviometrica e fatto il punto sulla situazione meteo a breve termine. La speranza è che si possa recedere dalla decisione di consentire sino a fine mese una capacità d’invaso di 12,2 milioni di metri cubi. Da giovedì scorso a lunedì saranno scaricati nel fiume circa due milioni di metri cubi, scorte sufficienti da sole, a garantire il consumo d’acqua a tutti per giugno e luglio. Se l’acqua invasata garantisce l’approvvigionamento per usi potabili, a rischio sono le colture agricole. «Questi ultimi due anni, sono stati molto difficili per gli agricoltori – dice Martino Sanna di Torpè – Già dalla primavera scorsa abbiamo avuto le prime restrizioni per arrivare all’estate con la chiusura dell’erogazione. Ad aggravare la situazione, arriva lo scarico dell’invaso con il rischio di una stagione nera per noi». Sull’argomento interviene anche la consigliera regionale del PD, Daniela Forma che ha depositato un’interrogazione al presidente della Regione e all’assessore ai Lavori pubblici. «Il bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale pubblicato il 31 gennaio – dice – riportava che i quantitativi d’acqua presenti nel sistema degli invasi era del 47%, corrispondenti a 831 milioni di metri cubi d’acqua. Per il monitoraggio della siccità si è registrata complessivamente alla stessa data una condizione di “Livello di pericolo” con un valore dell’indicatore pari allo 0,18. Una situazione quindi – prosegue la Forma – alquanto critica se si pensa che si individua una condizione di “allerta siccità” tra lo 0,15 e lo 0,30 e che ci troviamo in pieno inverno. La questione risulta ancor più delicata per l’invaso che serve Posada, Torpè, Siniscola, San Teodoro e Budoni, centri a forte vocazione agricola e turistica, l’indicatore di stato dell’invaso al 31 gennaio a testimonianza della condizione preoccupante di allerta siccità, risultava al di sotto della media regionale e corrispondente allo 0,16. Risulta difficile comprendere – conclude l’opportunità della scelta di versare a mare grandi quantitativi d'acqua a seguito di qualche giornata di pioggia ma in una condizione acclarata di allerta siccità».

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