La Nuova Sardegna

Nuoro

«Filo rosso tra Quirra e tumori»

di Giusy Ferreli
«Filo rosso tra Quirra e tumori»

Processo sui veleni del Pisq a Lanusei: udienza fiume di Antonietta Gatti, esperta di nanoparticelle

22 febbraio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





LANUSEI. Dalla sua la dottoressa Maria Antonietta Gatti, fisico e bioingegnere, ha anni e anni di ricerche nel campo delle nanoparticelle e delle nanopatologie. Assieme ad un’incrollabile fiducia nella scienza. E ieri, in aula, all’udienza fiume per il processo sui veleni di Quirra che si sta celebrando in tribunale a Lanusei ha testimoniato per 8 ore in qualità di consulente di parte della Procura della Repubblica.

«Nel salto di Quirra non ci sono attività industriali, non c’è traffico, l’unica attività antropica degna di nota è la presenza della base militare e la correlazione tra le attività militari, le nanoparticelle e le patologie è incontrovertibile, sfido chiunque a dire il contrario» ha dichiarato di fronte al giudice monocratico Nicole Serra. La dottoressa è partita da una panoramica delle sue attività scientifiche in giro per il mondo. E da un convincimento: le nanoparticelle, sostanze simili nelle dimensioni alle proteine, che vengono assorbite dall’organismo per inalazione o ingestione sono il prodotto, pericolosissimo per la salute umana ed animale, di combustioni che avvengono a altissime temperature, ad oltre 3000 gradi. E nell’area del Salto di Quirra esplosioni e i brillamenti non sono mai mancati. La correlazione, almeno secondo la tesi della ricercatrice, è servita. «Le nanoparticelle sono targate: quelle provenienti da attività militari contengono elementi come il piombo e tungsteno che non si trovano in aree urbane ogni contesto ha le sue nanoparticelle, anche il salto di Quirra. E qui – ha spiegato – oltre ai soldati ci sono dei pastori e loro famiglie che si sono ammalati di tumore. Queste persone hanno respirato le polveri delle esplosioni». Anni fa per conto dell’allora pm Domenico Fiordalisi, il procuratore che avviò le indagini culminate poi nel procedimento a carico di 8 ex comandanti della Poligono, la dottoressa Gatti analizzò il cadavere di un pastore che il magistrato aveva fatto riesumare. «All’interno del canale midollare della tibia trovai la presenza di nanoparticelle, ovvero la testimonianza dell’inquinamento bellico che lui aveva respirato e mangiato nel corso della sua vita». Tutte le analisi analoghe condotte col suo microscopio elettronico su altri 12 campioni umani provenienti da persone decedute che risiedevano nella zona diedero esiti positivi, tranne uno. La consulente ha dapprima risposto alle domande del pubblica accusa (in aula il procuratore Biagio Mazzeo e Daniele Loi) e poi, dopo una breve interruzione l’esame è ripreso nel primo pomeriggio per concludersi intorno alle 18, dopo le domande degli avvocati di parte civili. Il contro esame da parte del collegio difensivo degli ex comandanti Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi, Paolo Ricci, Gianfranco Fois, Fulvio Ragazzon, è stato rinviato al 28 marzo prossimo. Il processo riprenderà con l’udienza fissata per il 7 marzo .

In Primo Piano
Il caso

Sassari, palazzina pericolante: sgomberate dodici famiglie

di Paolo Ardovino
Le nostre iniziative